di Fabrizio Garnero
UNA NUOVA STRATEGIA INDUSTRIALE PER L ’ UE
È stato un inizio d ’ anno fortemente caratterizzato dalle continue dichiarazioni del neopresidente USA e dai suoi primi provvedimenti che stanno catalizzando l ’ attenzione degli economisti e l ’ opinione pubblica del Vecchio Continente destabilizzando ulteriormente , a mio modesto parere , aree del mondo in cui le situazioni sono già di per sé complesse e precarie . Sia ben chiaro , non sono un esperto di geopolitica né , tanto meno , di macroeconomia e , soprattutto , lungi da me volere sentenziare giudizi . Le mie sono solo le impressioni di una persona che appartiene a quella generazione che i muri li ha visti cadere , non erigere , virtuali o reali che siano . È di questi giorni la notizia dell ’ ordine esecutivo firmato da Trump che introduce dazi del 25 % sulle importazioni di acciaio e alluminio , con decorrenza fissata al 12 marzo 2025 . La misura , motivata con esigenze di “ sicurezza nazionale ”, pone fine ad accordi precedenti e coinvolge tutti i Paesi , senza deroghe ed eccezioni , almeno secondo le prime dichiarazioni del Presidente che ha lasciato intendere che prenderà anche in considerazione l ’ imposizione di tariffe aggiuntive su automobili , prodotti farmaceutici e chip per computer . Lo scenario internazionale è quindi quanto mai articolato e divisorio e richiederebbe , finalmente , un ’ Unione Europea davvero coesa , non solo negli ideali su cui si fonda ma nei fatti concreti più che nelle parole . Forse è un ’ utopia idealista , che però trova delle conferme importanti nella relazione sul futuro della competitività dell ’ Europa richiesta a Mario Draghi dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen , a testimo- nianza del fatto che esiste oggi , più di ieri , una forte attenzione sul tema che deve essere posto in cima all ’ agenda dei lavori dell ’ UE . Occorre quindi agire concretamente e con un maggiore coordinamento per arrivare a una nuova strategia industriale per l ’ Europa che miri a rilanciare la crescita e gestire le grandi trasformazioni in atto quali digitalizzazione , decarbonizzazione e cambiamenti geopolitici . Per questo Draghi ha individuato tre aree principali di intervento , a partire dalla necessità di reagire dinanzi a un contesto geopolitico meno stabile , aumentando la sicurezza con una vera e propria “ politica economica estera ” e una forte e indipendente capacità industriale di difesa , per proseguire con il bisogno di ridurre i prezzi dell ’ e- nergia troppo elevati ( pari a 2 o 3 volte quelli degli Stati Uniti ) continuando , allo stesso tempo , il processo di decarbonizzazione e di transizione verso un ’ economia circolare . Infine , secondo Draghi , occorre correggere il rallentamento della crescita della produttività , colmando il divario di innovazione nei confronti di USA e Cina . L ’ innovazione deve essere il nuovo motore della crescita europea e rappresentare lo strumento con cui ripristinare il proprio potenziale manifatturiero anche attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e lo sfruttamento dell ’ intelligenza artificiale . Infatti in Europa , a causa della situazione demografica sfavorevole , la domanda interna non sarà più sostenuta dall ’ aumento della popolazione ; per guidare la crescita , l ’ UE dovrà fare affidamento sulla produttività trainata dalla tecnologia digitale , che costituisce il fattore chiave del crescente divario di produttività tra noi e gli Stati Uniti .
8 Marzo 2025 www . techmec . it