inanza
L’ oro grigio
di Giuseppe Guzzardi
Nei mesi scorsi si è parlato molto dei dazi USA su acciaio e alluminio( da 25 a 50 %). L’ argomento è delicato, ma ancora di più strategico, cosa che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump mostra di avere compreso bene. Vediamo perché. Partiamo dall’ assunto che di acciaio ce ne sono di differenti tipi, il più noto e ricercato per le sue caratteristiche è l’ inox, più o meno riciclato, da preferire a quello carbonico senza additivi o leghe che ne preservano l’ integrità nel tempo. Il mercato dell’ acciaio è in mano alla Cina, di gran lunga il più importante produttore mondiale, e i dati della World Steel Association lo spiegano. Se osserviamo e analizziamo la produzione del primo quadrimestre 2025, salta subito all’ occhio la differenza tra Cina e resto del mondo. In particolare, Pechino ha prodotto 345,4 milioni di tons, l’ India 53,2. Dopo la coppia d’ acciaio, è il caso di dirlo, il Giappone con 27, più o meno quanto gli USA e un po’ di più della Russia. A 20,5 la Corea del Sud. Primo Stato europeo, una volta patria dell’ acciaio di qualità, la Germania con 11,4 mtons. Un tema che presenta, in un certo senso, qualche similitudine è quello che riguarda l’ alluminio: Cina
( 37 mtons) di gran lunga davanti a tutti, seguita a distanza da India e Russia( entrambe 3,6). Poi ecco il Canada( 3,1), primo tra i Paesi occidentali. Questi numeri da soli spiegano, secondo le nostre considerazioni, alcuni dei motivi per cui l’ America avrebbe timore nel dipendere prevalentemente dalla Cina e da Paesi non esattamente allineati, India e Russia, per due metalli così importanti per le costruzioni e l’ industria meccanica( compresi automotive e aerospaziale). Da cui i dazi. Ma mentre Trump confermava i balzelli, in Cina la domanda interna si fletteva.
ANNO MOBILE QUOTAZIONI TONDINO D’ ACCIAIO( YUAN / TONNELLATA)
Italia, grande riciclatrice Il doppio effetto diminuzione dei consumi / contrazione delle esportazioni ha generato uno sgonfiamento dei prezzi e dei futures dell’ acciaio( valgono meno di 3.000 renminbi o yuan), e anche del prezzo al dettaglio. Questo contesto al momento ci dice due cose: la prima che può essere un buon momento per approvvigionarsi, la seconda che i margini per la già magra produzione italiana- 900 stabilimenti per un fatturato di 6 miliardi per l’ acciaio, 1.000 aziende e 13 miliardi di fatturato per l’ alluminio- si assottigliano, rendendo poco competitiva ed economicamente sostenibile la produzione, anche del prodotto di qualità, almeno per quanto riguarda l’ acciaio. Per l’ alluminio il discorso è diverso, perché l’ Italia è un grande riciclatore( 70 %). A prescindere dal condividere o meno l’ operazione di Trump, la circostanza fa comprendere come in realtà i Paesi occidentali, classico l’ esempio citato del litio e delle materie per le batterie, siano sempre più deboli nel leverage economico, finanziario e geopolitico. Grandi consumatori con sempre minore capacità di mediazione. Dedichiamo il grafico dell’ anno mobile alle quotazioni del tondino d’ acciaio( milioni di tonnellate / yuan, fonte Trading Economics).
8 Luglio / Agosto 2025 www. techmec. it