di Fabrizio Garnero
PERCHÉ?
Questa rubrica si chiama“ Perché”, termine che, se usato come avverbio interrogativo, genera la domanda che ognuno di noi si sta ponendo di frequente, negli ultimi tempi, alla luce dei troppi accadimenti internazionali. Dal Covid ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, dalla guerra commerciale dei dazi fino al fatto di sentire di nuovo parlare dopo anni, anzi decenni, di Terza Guerra Mondiale come conseguenza del simpatico scambio di missili tra Israele, Iran e il caro vecchio amico Trump, ritengo che mai come in questo momento la domanda da porsi sia davvero“ Perché?”. Perché tutto questo? Perché le nostre aziende, che navigano a vista in quello che senza ombra di dubbio è il periodo più incerto dell’ ultimo ventennio, devono fare i conti con il rischio geopolitico- divenuto la vera variabile da tenere in debita considerazione, in virtù dei cambiamenti che impone rispetto alle tradizionali supply chain- anziché poter decidere serenamente su quali metodologie innovative investire e quali percorsi tecnologici intraprendere per sviluppare e far fiorire la propria azienda? Perché la natura conflittuale e belligerante dell’ essere umano prevale sempre sul suo raziocinio e buon senso? Sono molte le domande che potremmo e forse dovremmo porci partendo da un semplice“ Perché?”, ma senza essere anacronistici e senza cadere in scontati ideologismi pacifisti, occorre essere pratici e concreti poiché il mondo della manifattura meccanica è tale e quindi, a volere guardare il bicchiere mezzo pieno, le nuove prospettive a medio / lungo termine, conseguenti al massiccio impulso agli investimenti nel comparto della difesa lanciato da Ursula von der Leyen con il progetto“ Readiness 2030”, stanno aprendo nuovi e interessanti scenari per i costruttori italiani di macchine utensili e beni strumentali. Le macchine utensili, in questo scenario, hanno un ruolo fomndamentale e i costruttori Made by Italians sapranno certamente sfruttare al meglio le nuove opportunità. Bene, ma non benissimo, come ho già avuto modo di scrivere nell’ Editoriale del numero di giugno di Tecnologie Meccaniche. Resta, infatti, il problema del“ sciur” Brambilla, titolare di una classica PMI italiana che non opera per il comparto della difesa che, invece, si trova a fare i conti con un mercato sempre più frammentato, condizionato dalle mille incertezze e conseguenze provocate dai numerosi conflitti bellici o commerciali in atto che, nel concreto, ne influenzano pesantemente le scelte quotidiane, che diventano conservative anziché lungimiranti e proattive. Si pensa più a contenere e limitare i danni anziché ragionare su come fare evolvere la propria azienda, strutturandola, per distinguersi dalla concorrenza e cercare di diventare immuni da qualsiasi crisi o rallentamento del mercato. Certo, essere imprenditori, quelli con la“ I” maiuscola, lungimiranti e coraggiosi, oggi è diventato davvero difficile e complesso; d’ altro canto, però, per sostenere la manifattura occorre investire in innovazione e nuove tecnologie. Bloccare gli investimenti è il danno peggiore che si possa fare all’ industria, e quindi a sè stessi, poiché il rallentamento della produttività porta alla stagnazione. La crisi c’ è e si acuisce, quindi, se non si ha il coraggio di investire e fare le scelte giuste in tecnologia innovativa. Fare l’ Imprenditore è certamente diventato più complesso e difficile, ma l’ imprenditoria italiana si è sempre distinta per la capacità di reagire alle difficoltà e di dare risposte alle problematiche più complesse; sono quindi convinto che, pur continuando a chiedersi“ Perché?”, saprà introdurre quelle azioni concrete che le consentiranno di trasformare l’ incertezza in opportunità. La manifattura italiana saprà reagire, anzi sta già reagendo; se poi finissero i vari conflitti, questa nuova corsa agli armamenti passerebbe certamente in secondo piano rispetto alla necessità di ricostruire ciò che la follia della guerra ha distrutto, offrendo nuove opportunità che l’ imprenditoria italiana saprebbe certamente cogliere.
6 Luglio / Agosto 2025 www. techmec. it