Tecnologie Meccaniche Giugno 2025 | Page 8

di Fabrizio Garnero

BENE, MA NON BENISSIMO!

Un recente studio presentato da PWC in occasione della cerimonia inaugurale di Fiera Lamiera, cui ho avuto l’ onore e il piacere di partecipare moderando una tavola rotonda sui contenuti di questa analisi di settore sulle macchine utensili a deformazione, ha evidenziato tendenze, sfide e opportunità che, a mio giudizio, sono certamente estendibili a tutto il comparto della macchina utensile in senso assoluto. Tralasciando la parte dedicata ai principali trend tecnologici in atto cui dedichiamo ampie pagine all’ interno di ogni fascicolo di Tecnologie Meccaniche, e quella delle sfide per lo più legate al rischio geopolitico divenuto una variabile che sta senza dubbio condizionando le scelte di ogni azienda in conseguenza dei mutamenti della propria supply chain, mi piace soffermarmi sulle opportunità. Il terzo capitolo del suddetto studio commissionato a PWC da CEU-Centro Esposizioni Ucimu, affronta il tema delle prospettive future a medio / lungo termine, che vedono aprirsi nuove opportunità in due settori in particolare: difesa ed energia. Per dirla tutta, da quanto ho potuto vedere in occasione di alcune visite fatte presso importanti costruttori italiani di macchine utensili si tratta di un fenomeno già in atto, poiché credo di non avere mai visto in produzione così tante macchine destinate al settore difesa e, in particolare, alla produzione di parti importanti dei sommergibili. D’ altro canto, il progetto“ Readiness 2030” lanciato da Ursula von der Leyen mette sul piatto fino a 800 miliardi di euro per rafforzare la difesa europea. Questo massiccio impulso agli investimenti nel comparto della difesa non solo mira a dotare l’ Europa di sistemi militari avanzati, ma sta già creando una forte domanda per componentistica di alta qualità, essenziale per la produzione di tali sistemi. Le macchine utensili, in questo scenario, rivestono un ruolo cruciale“ aprendo la strada a nuove opportunità di crescita e innovazione per il settore, che potrà così rafforzare la competitività industriale europea e contribuire all’ autosufficienza difensiva del continente”, come riportato nello studio di PWC. Bene, ma non benissimo, mi permetto di dire da pacifista convinto quale sono; fortunatamente però al pari dell’ industria bellica, anche il settore energetico sta attraversando una fase di espansione grazie alla transizione verso fonti di energia più sostenibili e alla crescente domanda di infrastrutture per la produzione di energia. Dalla survey condotta da PWC“ è emerso che il 24 % delle aziende vende una parte della propria produzione all’ industria energetica. Questo dato segna un primo passo verso una necessaria diversificazione delle applicazioni delle macchine utensili in un settore che rappresenta un mercato strategico per il futuro prossimo. La domanda di componenti metalliche di alta qualità per gli impianti energetici è destinata a crescere, sia per le energie rinnovabili( come eolico e fotovoltaico), sia per la produzione di energia nucleare e le infrastrutture per la distribuzione dell’ energia”. A livello mondiale si stima, infatti, che le energie rinnovabili copriranno il 46 % della produzione di energia elettrica entro il 2030 e che la maggiore crescita sarà nella produzione tramite eolico(+ 6 %) e solare(+ 11 %). Questi obiettivi fanno sì che il mercato delle energie rinnovabili offra delle prospettive particolarmente promettenti a medio raggio; pensando a questo decennio tuttavia, e qui faccio nuovamente mie le considerazioni riportate nello studio PWC,“ in un contesto caratterizzato da una crescente incertezza geopolitica che pone serie sfide all’ approvvigionamento energetico sussiste il rischio che l’ impulso verso la sostenibilità venga messo in secondo piano se la politica europea dovesse concentrarsi maggiormente su altre priorità quali la difesa, come detto, e le politiche commerciali messe a dura prova dai potenziali dazi”. Ancora una volta dico bene, ma non benissimo!
8 Giugno 2025 www. techmec. it