Tecnologie Meccaniche Giugno 2025 | Page 62

L’ INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE PRESENTA UN QUADRO COMPLESSO CARATTERIZZATO DA UN GENERALE RIDIMENSIONAMENTO DEI MERCATI

L’ INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE PRESENTA UN QUADRO COMPLESSO CARATTERIZZATO DA UN GENERALE RIDIMENSIONAMENTO DEI MERCATI

L’ anno

2024 sarà probabilmente ricordato come un periodo di grande incertezza sui mercati e grande turbolenza nella sfera geopolitica: le guerre, purtroppo ancora in corso, cui si aggiungono vampate improvvise( come le recenti tensioni tra India e Pakistan), i dazi promessi e in parte mantenuti dal Presidente americano, le tensioni inflazionistiche, le difficoltà per l’ Europa di individuare e realizzare le proprie politiche, le oscillazioni del governo italiano sia a livello internazionale, sia all’ interno, sono tutti fattori di grande instabilità che hanno condizionato le scelte delle imprese. Un settore, come quello delle macchine utensili, che anticipa il ciclo economico perché strettamente dipendente dalle scelte di investimento dei suoi clienti non poteva( e non può) non risentire di questo clima di incertezza. I fatturati del 2024 ne sono stati pesantemente influenzati con andamenti molto differenziati e difficilmente spiegabili solo con il posizionamento internazionale o la specializzazione produttiva. In particolare il mercato interno è stato rallentato dalla complessità della Transizione 5.0. Solo nella seconda metà dell’ anno con le semplificazioni e le spiegazioni date dal Ministero su Transizione 5.0 la situazione è in parte migliorata facendo ripartire gli ordini interni, ma gli effetti si vedranno solo dalle vendite 2025. L’ industria italiana presenta quindi un quadro complesso caratterizzato da un generale ridimensionamento dei mercati e quindi dei dati di produzione e vendita. Si è quindi preferito limitare la classifica alle prime 75 imprese in cui sono ricomprese la quasi totalità delle imprese grandi e medie con una presenza significativa delle imprese medio-piccole. L’ osservazione più immediata guardando i numeri è che i 4 / 5 delle imprese hanno registrato una contrazione di fatturato, anche se quasi sempre percentualmente modesta e, in molti casi, fisiologica dopo la ripresa post-covid. Più significative sono le riduzioni delle vendite subite dai costruttori di torni, in particolare quelli specializzati in questo segmento come: Biglia, Dmg Tortona e Bergamo, Emco Italia( ex Padovani). Stesse considerazioni possono essere svolte per gli specialisti della rettifica come Grinding Technology( ex Tacchella) e Rosa Ermando. Le imprese in crescita sono una decina, fra cui spiccano Innse-Berardi( gruppo Camozzi) con + 71 %, Farina Presse con + 47 %, Stam + 20 %, Galdabini + 12 %, Promau e Saet + 11 %. Per quanto riguarda la componentistica il quadro è più uniformemente contrassegnato dalla contrazione delle vendite. Si distaccano per esiti positivi SCM(+ 26 %) ritornata in realtà al livello del 2021 e poco sotto al 2022, mentre OMG e AR Filtrazioni hanno mantenuto lo stesso livello di vendite del 2022-23. La riduzione della classifica a 75 imprese se da un lato non offre quella panoramica settoriale cui eravamo abituati, dall’ altra permette di cogliere alcuni elementi strutturali importanti. In primo luogo quasi tutte le imprese maggiori sono organizzate sotto forma di gruppo e se la maggior parte fornisce il dato aggregato comprendente anche le società controllate altre forniscono i dati separatamente per cui in classifica compaiono: 3 società facenti capo al gruppo Emco, 2 controllate da DMG Mori, 2 da FFG e 2 da FOM. Se si sommassero i fatturati delle controllate, FOM supererebbe i 110 milioni di euro, DMG salirebbe a 87,5, Emco a 60 e FFG a poco meno di 50. Questa analisi sulla proprietà delle imprese ci porta però anche ad approfondire un tema spesso trascurato ovvero la nazionalità del capitale. Infatti se in Italia il settore delle macchine utensili è nato e si è sviluppato attorno a imprese famigliari che hanno ormai alle loro spalle decenni di storia e vari passaggi generazionali, notevole è stato l’ ingresso di gruppi stranieri che hanno assorbito imprese italiane importanti attratti proprio dal loro valore tecnico-economico. Nella nostra classifica sono almeno una dozzina le imprese a controllo estero, la maggior parte fa capo a gruppi tedeschi o austriaci( DMG Mori, Emco, Schuler), ma sono rilevanti le presenze giapponesi( Aida), cinesi( Zheijang Rifa), taiwanesi( FFG) e non mancano gruppi francesi( SNOP Dunois) e americani( Park Ohio). Ancora più marcata è la presenza estera nella componentistica, soprattutto elettronica, dove l’ industria italiana non è stata in grado di sviluppare imprese di rilievo al contrario di quanto avvenuto nella componentistica meccanica dove un’ impresa come Autoblok è stata capace non solo di assorbire altre imprese italiane, ma di acquisire anche imprese straniere. È questa una linea strategica che mai come in questi tempi contrassegnati dall’ incertezza può consentire di destreggiarsi tra venti di guerra, dazi commerciali, inflazione, crisi locali.
62 Giugno 2025 www. techmec. it