inanza
Petrolio andamento lento
di Giuseppe Guzzardi
Dedichiamo l’ ultimo appuntamento 2025 di questa rubrica al petrolio, più in generale alla capaci-tà della materia prima per eccellenza di rispecchiare lo stato d’ animo e di salute dei mercati. Ci sembra utile, alla luce dell’ allargamento delle zone calde nel mondo( sarà un caso se il petrolio è sempre lì, a due passi dai conflitti), misurare il polso ai grandi produttori, in sintesi all’ Opec +( Arabia Saudita, Emirati Arabi, Algeria, Iraq, Kuwait, Kazakistan, Oman e Russia) che vale circa il 40-41 % della produzione globale, più quei Paesi che ne restano fuori, nell’ ordine Stati Uniti, Canada, Cina, Brasile, Iran, Messico, Venezuela, Norvegia, Qatar, Nigeria, Angola, Regno Uni-to). Per inciso, anche l’ Italia ne produce un po’, sufficiente al 7 % del fabbisogno nazionale. Ebbene, persiste un periodo di stagnazione, senza apprezzabili variazioni nella produzione e nel prezzo indicato, a dimostrazione che guerra o non guerra il sistema economico mondiale“ vuole” essere – e mostrarsi – stabile, solido.
ANNO MOBILE PETROLIO BRENT- $/ BARILE- VARIAZIONE INDICE
Evitare le tensioni A fine ottobre, ad esempio, l’ Opec ha annunciato una piccola variazione nella produzione, 137k barili al giorno in più, a fronte di una produzione quotidiana di circa 166 milioni di barili. Questi mi-cro-aggiustamenti non hanno rilievo strategico, dimostrano anzi la volontà dei grandi produttori di tenere basso il prezzo( siamo intorno a 62 $ al barile, nel momento in cui scriviamo, e in molti ri-corderanno quando si acquistava oltre i 110 $), e quindi di non alimentare le tensioni internazio-nali. A noi sembra che l’ intento dei Paesi del Golfo più la Russia sia chiaro: tenere lontano il pe-trolio dalle speculazioni politiche, in evidente controtendenza con la strategia occidentale che usa massicciamente l’ embargo dal prodotto russo( gas compreso) come leva e strumento di pressione. Una situazione che favorisce i produttori mediterranei di qua dell’ Atlantico e Messico, Canada e Venezuela(!) nel continente americano. A guadagnarne l’ industria energivora occidentale e in particolare quella europea, che ha una preoccupazione in meno, l’ approvvigionamento di combustibile. Ciò pur considerando l’ elevato costo della trasformazione energetica volta a incrementare la sostenibilità domestica e stradale, e quindi lo spostamento verso fonti rinnovabili. Il grafico dell’ anno mobile non poteva che essere dedicato all’ andamento del prezzo al barile del petrolio, in questo caso il Brent, sul medio periodo sempre più proteso a rompere il supporto a 60 $.
38 Dicembre 2025 www. techmec. it