Tecnologie Meccaniche Aprile 2025 | Page 119

IL FATTO CHE L’ UE STIA PENSANDO DI RIVALUTARE UNA PARTE DELLE DECISIONI PRESE È UN BUON SEGNO, CONSIDERANDO LA DETERMINAZIONE DIMOSTRATA FINORA NEL TENERE LA PROPRIA POSIZIONE.

’ ultima parola di Davide Davò

“ NOVITÀ” PER L’ AUTOMOTIVE

IL FATTO CHE L’ UE STIA PENSANDO DI RIVALUTARE UNA PARTE DELLE DECISIONI PRESE È UN BUON SEGNO, CONSIDERANDO LA DETERMINAZIONE DIMOSTRATA FINORA NEL TENERE LA PROPRIA POSIZIONE.

È ormai evidente che da diversi anni il settore dell’ automotive ha imboccato una strada tortuosa e difficilmente praticabile. Non mi riferisco soltanto al tema dell’ elettrico di cui si è tanto discusso, ma parto da un po’ più lontano, quando ancora si pensava che il mercato dell’ automotive non avrebbe mai raggiunto la saturazione. E invece, considerando le quantità di veicoli rimasti invenduti, probabilmente si è spinto un po’ troppo sull’ acceleratore della produttività. Altro tema, riferito soprattutto al nostro Paese, sono i costi che le auto hanno raggiunto e che spingono molti italiani a riflettere più e più volte prima di affrontare l’ acquisto anche di una“ semplice” utilitaria. Per i costruttori europei il prezzo di vendita delle proprie auto ha costituito un ulteriore freno con l’ arrivo sul mercato continentale delle vetture cinesi a costi molto competitivi. L’ insieme di tutti questi aspetti ha portato alla situazione caotica che stiamo vivendo in questi mesi: calo della produzione dei veicoli che prosegue da tempo, progetti lanciati e poi abortiti in merito alle tecnologie elettriche, infrastrutture non ancora pronte, incertezza da parte degli utenti in merito alla tipologia di auto da acquistare, impossibilità da parte dei costruttori di rispettare i limiti fissati dall’ UE in termini di produzione di CO 2 da parte dei veicoli prodotti. Senza dimenticare le difficoltà che hanno dovuto affrontare tier1 così come il resto della filiera. Una strada che a un certo punto sembrava quasi senza uscita. Qualcosa però sta iniziando a cambiare. Piccoli segnali e nulla di definitivo, certamente, ma il fatto che l’ Unione Europea stia quantomeno pensando di rivalutare una parte delle decisioni prese è sicuramente un buon segno, considerando la determinazione dimostrata finora nel tenere la propria posizione. Partiamo dalla prospettiva di calcolare le emissioni di CO 2 prodotte nel triennio 2025-2027, e non più nel solo 2025, consentendo di fatto agli OEM più tempo per immettere sul mercato veicoli elettrici. Anche il nostro Paese sta rivedendo le proprie strategie: il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha recentemente annunciato l’ investimento di 200 milioni per sostenere il credito d’ imposta sulle spese di ricerca e innovazione. Tutto ancora da definire ovviamente, ma si tratta di un provvedimento che potrebbe fare da volano per le nostre imprese. Si è parlato anche di interventi a sostegno di chi stipula un contratto di noleggio a lungo termine, un tema in realtà già trattato in passato ma mai messo in pratica. Basteranno queste misure per risollevare il settore? Se ci si aspetta che il risultato sia un ritorno ai numeri a cui eravamo abituati, la risposta è no, anche perché dobbiamo considerare la possibilità che non sia più possibile ritornare a quei livelli. Ad ogni modo, la cosa importante è ritrovare la strada giusta, un percorso equilibrato che abbia obiettivi ben definiti ma soprattutto che indichi strade realmente percorribili per raggiungerli.
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