TecnoLamiera Aprile/Maggio 2022 | Page 22

Mercato

PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIA INDICE MENSILE DESTAG ., BASE 2015 = 100
2020
Previsioni CSC Media mobile centrata a 3 termini
2021 oltre quota 100 euro per megawattora , livelli che nelle scorse settimane sono stati superati di slancio , i danni all ’ attività delle aziende , nonché ai portafogli delle famiglie , saranno salatissimi . Lo sviluppo futuro delle rinnovabili potrà avere una spinta ancora più forte e questo , nel grande male , sarà comunque un bene . Un bene che però vedremo non domani , forse nell ’ arco di un decennio . Prendiamo l ’ eolico , considerato la tecnologia più promettente . Secondo Simone Togni , Presidente di Anev ( Associazione nazionale energia del vento ), l ’ eolico potrebbe « triplicare l ’ attuale produzione elettrica e coprire circa il 20 % dei consumi nazionali ». Le vicende dell ’ eolico sono un po ’ il paradigma del problema energetico italiano . A oggi la potenza eolica installata in Italia è circa 11 GW contro un potenziale di 30 . « Ma - continua Togni - la crescita negli ultimi anni
2022
110
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50 è stata lenta e non adeguata al passo richiesto dalla transizione . Negli ultimi nove anni i dinieghi delle soprintendenze sono stati costanti e le autorizzazioni sono passate da 1.200 MW nel triennio 2012-2014 a 750 MW nel 2015- 2017 fino ai miseri 125 MW nel triennio 2018-2020 ». Il freno è il sistema burocratico : « Ci vogliono in media 5 anni e mezzo per autorizzare i nuovi impianti contro l ’ anno previsto . Il quadro normativo e regolatorio attuale difficilmente consentirà di raggiungere gli obiettivi se non si attueranno politiche di semplificazione profonde ». La logica del “ no a prescindere ” e dei veti incrociati continua a essere la palla più pesante al piede dell ’ Italia , e non solo per quanto riguarda l ’ energia . Il Governo sta cercando affannosamente soluzioni per ridurre quel 40 % del fabbisogno di gas di provenienza russa . Fornitori alternativi , ma parziali , possono essere l ’ Algeria , l ’ Azerbaijan ( ma solo se si raddoppia il contestatissimo TAP ), la Libia ma poco , il Qatar ma solo col Gnl , che ha il limite dei pochi impianti rigassificatori già osteggiati dalle solite opposizioni psudoambientaliste . Quanto a potenziare l ’ estrazione dai giacimenti nazionali occorreranno , secondo gli esperti , almeno due anni . Intanto possiamo attendere con fiducia l ’ arrivo della miracolosa fusione fredda ( qui abbiamo una passione per i miracoli ) previsto forse fra trent ’ anni . Nell ’ attesa , non resterebbe che rimettere in funzione le tre centrali a carbone residue , alla faccia della transizione ambientale e dei recentissimi accordi di Parigi sul clima . Ipotesi per ora esclusa dal ministro della transizione ecologica , Roberto Cingolani , secondo il quale prima dell ’ estate sarà possibile sostituire almeno la metà del gas importato dalla Russia , e in 24-30 mesi ottenere la completa indipendenza . Intanto , secondo le proiezioni degli esperti , nel corso dell ’ anno i prezzi resteranno ben più alti dalla media 2020 . Il conto annuale delle bollette , al ritmo dell ’ ultimo trimestre del 2021 e del primo trimestre del 2022 , supererà 80 miliardi per famiglie e imprese , il doppio degli anni precedenti . Ma se il prezzo del gas dovesse raddoppiare per via del taglio delle forniture russe , il costo annuale potrebbe superare i 150 miliardi . Secondo il Centro studi di Unimpresa , l ’ Italia potrebbe vedere salire l ’ inflazione al 6 % mentre il PIL potrebbe registrare una contrazione di oltre l ’ 1 %. Ma vi sono stime ancora più pessimiste . Secondo la Banca Centrale Europea , anche senza uno stop completo delle forniture russe di gas basterebbe un taglio del 10 % per ridurre dello 0,8 % la crescita italiana quest ’ anno . Dello stesso tenore le stime del CSC ( Centro Studi Confindustria ). “ L ’ impatto del caro energia sull ’ attività economica italiana aveva già causato un forte rallentamento produttivo dell ’ industria : l ’ in-
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