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RED EDITION
GENDER ROLES
– Ciao ragazzi! Come state?
Jared: Molto bene, grazie, è un po’ freddino, ma va
tutto bene.
– Questa è la prima volta che venite in Italia, come
descrivereste la vostra band a qualcuno che non
ne ha mai sentito parlare?
Tom: Probabilmente come un qualcosa a metà fra il
garage rock e l’indie punk.
Jared: Qualche giorno fa abbiamo suonato per la
prima volta a Parigi e abbiamo conosciuto due perso-
ne che lavoravano nella venue, una adorava tantissi-
mo il punk, l’altra invece il garage, ma siamo piaciuti
a entrambi, quindi è come se fossimo i figli nati dal
connubio fra i loro gusti musicali.
– In questo primo tour italiano le date sono ben
tre, come sono andate le prime due?
Tom: È stato fantastico. Tutte le persone che abbia-
mo incontrato sono state veramente calorose, sono
venuti in molti a vederci e non ce lo aspettavamo as-
solutamente perché non avevamo mai suonato in Ita-
lia prima d’ora; pensavamo che al massimo sarebbero
venute tre o quattro persone, invece la sala era bella
piena tutte le sere.
Ci sono piaciute le città e le band che hanno suonato
con noi erano proprio forti. La scena italiana sembra
cool, con Luca Mazza che è il Padrino della scena.
Jared: È un vero promoter e si vede che ci tiene alle
band. Ci ha fatto sentire ben accolti, ci ha messo a
nostro agio e sa benissimo quello di cui ogni band ha
bisogno, senza che ci sia il bisogno di chiedere nien-
te. In Inghilterra i promoter nazionali sono molto più
distaccati, qui ci siamo trovati benissimo.
– Il vostro primo album, Prang, è uscito alla fine
dell’estate e tutto il nostro staff lo ha adorato. C’è
un concept dietro al significato di questo disco?
Tom: La parola Prang, per noi inglesi, significa avere
un senso di preoccupazione e insicurezza. Con l’al-
bum abbiamo passato in rassegna e analizzato le di-
verse concezioni di dubbi e paranoie che ognuno può
avere - problemi a casa, sul lavoro, nella vita in gene-
rale – per parlarne e affrontarli con lo spirito giusto.
Jared: Al release show di Prang c’erano persone che
TBA
conoscevano già i nuovi pezzi e ci siamo resi conto
che eravamo riusciti a connetterci con loro attraver-
so la nostra musica, questo ci ha fatto un immenso
piacere.
– Avete qualche aneddoto su questo disco che
potete condividere con noi?
Tom: Abbiamo finito di scrivere il disco praticamen-
te mentre lo stavamo registrando.
Siamo arrivati in studio con soltanto il 70% dei pez-
zi pronti; in alcuni casi avevamo solo testi e parti in-
complete di canzoni.
– Quando lo avete registrato?
Jared: A gennaio 2019, praticamente un anno fa.
Tom: Sapevamo quello che volevamo, eravamo mol-
to concentrati sull’obiettivo.
Inoltre è stata la prima volta in cui abbiamo effettiva-
mente collaborato in tutto e per tutto, sia nei testi, sia
per quanto riguarda le parti di chitarra e di batteria,
ed è stato come togliersi un grosso peso di dosso.
Jared: L’esperienza che abbiamo avuto registrando
questo disco ci ha resi molto più sicuri di noi come
band.
Tom: In dieci giorni abbiamo registrato dieci can-
zoni. Alla fine di quei dieci giorni eravamo stanchi e
stressati ma anche orgogliosi del risultato ottenuto.
E siamo molto soddisfatti di come è stato accolto dal
pubblico.
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