TBA The Red Edition - Issue #02 | Page 20

2 RED EDITION S TA N D AT L A N T I C scendo a coinvolgere un pubblico che non ti conosce, ti senti molto più soddisfatto e realizzato. Non sem- pre è facile riuscirci, ma in questo tour devo dire che sta andando molto bene. Bonnie: Forse è anche perché ormai siamo abituati a suonare davanti a persone che non ci conoscono, e quindi sappiamo come interagire e coinvolgerle. Cre- do sia anche un’ottima opportunità per far crescere la band e farla conoscere a nuove persone. – È la seconda volta che suonate a Milano dopo lo show nel 2017 con i Roam. Avete avuto modo di visitare la città? Miki: No, siamo arrivati al locale un’ora fa! Venivamo da Monaco di Baviera e abbiamo trovato parecchio traffico sulla strada. Bonnie: Già, e poi siamo stati pure fermati dalla po- lizia, ops. Miki: La volta scorsa invece eravamo sotto contrat- to con un’etichetta italiana [Rude Records], per cui sono stati gentili e ci hanno portato fuori a mangiare, ma non abbiamo avuto tempo di girare la città nean- che quella volta. – Il vostro album d’esordio, Skinny Dipping, ha quasi due anni, ma avete appena pubblicato un nuovissimo singolo, intitolato Shh. Miki: Ah, l’hai pronunciato nella maniera corretta! Abbiamo avuto parecchie discussioni sulla pronun- cia corretta di quella parola! La canzone dice “shh”, ma Bon dice “shush”, mentre Potter addirittura è il peggiore perché dice “shersh”. Bonnie: Dico “shush” perché altrimenti sembra che voglio zittire qualcuno che sta parlando. Abbiamo anche litigato su quante acca vadano scritte nella pa- rola “shh”. [ride] – Quali sono gli oggetti imprescindibili da portare con voi in tour? E quelli che vorreste poter portare ma non potete? Miki: Imprescindibile il disinfettante per le mani. Mentre vorrei poter portare molte più scarpe: dover- ne portare solo due o tre paia è una cosa che odio. Bonnie: Cellulare, caricabatterie, il computer por- tatile… le robe tecnologiche in pratica. Ma anche i trucchi, i vestiti: devi un po’ ricrearti una piccola casa quando sei in tour! Anche se poi alla fine tutto deve starci in una sola valigia e in un solo zaino. Quello che vorrei poter portare con me sono le persone a cui ten- go… e poi sì, più paia di scarpe! – La volta scorsa avevate suonato insieme ai Roam, quindi una lineup tutta pop punk. Questa volta invece aprite per i The Maine, che hanno un pubblico un po’ diverso. Com’è interagire con il pubblico dei The Maine in questo tour? Miki: È sicuramente un’esperienza diversa! Difficile fare il confronto perché quel tour con i Roam era la prima volta in assoluto che uscivamo dall’Australia, per cui mi sa che non ci conosceva nessuno, mentre adesso che giriamo da più tempo, qualcuno che ci co- nosce c’è sempre. Però sì, il pubblico in questo tour è sicuramente diverso da quello a cui siamo abituati, e secondo me è una cosa positiva. Bonnie: Sì, concordo, ci piace suonare davanti a un pubblico che non è strettamente “il nostro”: suonare concerti da headliner è semplice, perché tutto il pub- blico è lì per te e ti conosce. Miki: Mentre se durante il tuo set capisci che stai riu- TBA | 20