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RED EDITION
SUM 41
Tik Tok in Giappone, una sorta di intervista. Però
non credo che i Sum 41 abbiano Tik Tok...
compie la bellezza di 20 anni è difficile non parlare
di nostalgia... C’è qualcosa che ti manca dei vec-
chi tempi, di quando la band era appena nata?
– Restando sui Social Media: credi che siano utili
alle giovani band per crescere e farsi conoscere?
Non saprei, non c’è niente che mi manchi davvero di
quel periodo. In realtà diventa sempre più divertente
e... migliore. I nostri concerti sono migliorati diven-
tando anche più divertenti. Il fatto che abbiamo mol-
ti album tutti con dei singoli di successo ci permette
di riempire una setlist solo con quelli, non ci sono più
momenti in cui le persone si annoiano perché non co-
noscono le canzoni. Quando abbiamo iniziato c’era-
no Fat Lip e In Too Deep e il resto erano canzoni che
nessuno ancora conosceva, erano viste solo come
canzoni che servivano per riempire la setlist. Per que-
sto non sento molto la mancanza dei primi tempi.
Penso che siano importanti per la promozione di una
band ma non credo bastino per determinarne il suc-
cesso. Serve per dire a tutti “hey domani suoniamo in
questo posto” o “ascolta la nostra musica, ecco una
nuova canzone” ma ovviamente non basta fare que-
ste cose. Bisogna avere talento, impegnarsi a suonare
e fare belle canzoni, fare concerti, provare, scrivere,
andare in studio a registrare. Non si può dipendere
solamente dalla propria presenza sui social.
– Allo stesso tempo le copie fisiche degli album,
vinili, CD, stanno tornando di moda... tu li hai mai
collezionati?
– L’Industria musicale è cambiata molto da quan-
do avete iniziato, con l’arrivo di internet e dello
streaming le dinamiche sono state stravolte. Cosa
ne pensi?
Non sono un collezionista ma ho un giradischi e com-
pro anche io dei vinili ogni tanto ma di vecchie band,
band classiche che mi sono sempre piaciute. Che poi
questo tipo di dischi, anche usati costano di più di
quelli nuovi perché sono pezzi originali degli anni 80
o 70... Compravo anche CD quando ero ragazzo, ne
avevo moltissimi, così tanti che molti li ho portati in
un negozio di dischi di seconda mano anche perché
non suonano molto bene, il meglio in questo caso
sono i vinili.
Per un certo periodo abbiamo pensato che sarebbe
stata dura per noi seguire questo trend e rimanere
al passo. É arrivato Twitter, poi Instagram e dovevi
esserci per forza quindi dovevi capire come funzio-
nava e cosa potevi farci e succedeva tutto molto ve-
locemente. Ora invece sembra che la situazione si
stia stabilizzando, le piattaforme principali sono ri-
maste Twitter, Instagram e Facebook non è arrivato
più niente di troppo sconvolgente quindi rimaniamo
presenti solo su quelli e ci siamo abituati a utilizzarli
nel modo che più ci appartiene. Ma in effetti per un
po’ è stato strano, quando è arrivato Myspace, quella
sì che era una novità! Ci siamo buttati e abbiamo cer-
cato di adattarci, di imparare a usare questi strumen-
ti in modo produttivo e credo che ora ce la sappiamo
cavare. Ma credo sia una cosa buona in realtà! Certo,
si vedono molte cose negative su Twitter, razzismo,
sessismo e cose del genere, persone che litigano sul-
le questioni più impensabili. Ecco questa è la parte
brutta, è anche la piattaforma che ha dato la voce a
Donald Trump per acquisire consensi raccontando
idiozie a migliaia e migliaia di follower, forse è questo
il vero problema di Twitter.
– Dovresti usare Tik Tok...
Tik Tok, eccone un altro! Abbiamo fatto qualcosa su
TBA
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