TBA The Red Edition - Issue #02 | Page 11

2 RED EDITION S PA N I S H LOV E S O N G S No e non so se sia una cosa buona. Questa forse è la cosa che fa capire di più il tipo di persona che sono, e forse come dovrei essere. Ci sono alcune canzoni nel disco per le quali ho dovuto avvisare delle persone, ma non ci ho mai pensato due volte a scriverle, forse per- ché me ne sono un po’ distaccato. – Il vostro nuovo disco Brave Faces Everyone sembra ripartire esattamente da dove eravate ar- rivati con Schmaltz: cosa ci potete raccontare a riguardo? Penso che sia un buon modo per descriverlo, avevamo fatto un po’ quello che ci pareva con Schmaltz, quindi con questo nuovo disco volevamo non ripeterci e ac- certarci di fare qualcosa di diverso che però continuas- se a essere qualcosa che sentiamo nostro. Penso fosse il logico passo successivo, leggermente diverso, ma niente di cui essere troppo sorpresi. – A chi è venuta l’idea del video di Losers? Tutti noi. Eravamo a San Francisco per uno show con gli Hot Water Music e abbiamo deciso che avremmo fatto un video, avevamo solo due giorni per trovare un’idea quindi abbiamo iniziato a buttarne giù un po’, qualcuno ha detto qualcosa e il nostro regista ha det- to qualcos’altro e in qualche modo l’idea della terapia di band è uscita fuori, ed era tutto quello che avevamo quindi abbiamo costruito tutto intorno a quello. – Ogni vostro album ha la propria storia anche dal punto di vista visivo, anche l’artwork di Brave Faces Everyone ne ha una interessante? La storia stavolta non è interessante. Come per il no- stro primo album non sapevamo cosa fare, abbiamo fatto un photoshoot per avere più cose possibili, ma nulla andava bene, e un nostro amico, Mitchell Wojcik, che è un grande fotografo e ha fatto cose con i The Wonder Years e tanti altri, ci ha mandato qualche giga di sue foto, le abbiamo guardate un po’ e trovata questa ci sembrava potesse avere una storia decente alle spal- le e ci sembrava giusta. E ha funzionato molto bene! Nonostante non sia una storia molto interessante da raccontare. – Una cosa interessante è capire come negli anni avete fatto crescere il vostro seguito qui in Euro- pa essendo una band già più affermata negli Stati Uniti... Questa considerazione è divertente per me, penso sia solo la natura dell’essere una band americana vista dall’Europa. Penso che il nostro seguito sia equivalen- te, siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di venire in Europa in tour molto spesso, tanto quanto negli Stati Uniti, quasi al punto che i nostri fan ameri- cani si lamentano di quanto veniamo qua. Poi i promo- ter europei si prendono cura degli artisti molto meglio di quelli americani, è bello che qualcuno ti faccia trova- re la cena quando suoni, essere pagati decentemente per suonare… Comunque penso che sembri che ci sia voluto molto tempo, ma in fin dei conti il nostro primo tour in Europa risale a poco più di tre anni fa, quindi non è passato così tanto. – I vostri testi sono molto sinceri e le persone ci si ritrovano molto facilmente, e questo è uno dei motivi principali per cui i vostri fan vi amano. Ca- pita mai che troviate questa sincerità difficile da avere? In realtà no, non è tanto difficile, lo prendo più come un esercizio nel cercare di dire cosa penso e cosa sen- to, molto spesso non ci penso neanche, è proprio uno sfogo sulla pagina. Molto poi viene tagliato, tengo solo le parti che non fanno schifo, poi le porto agli altri e gli dico cosa ho in mente di fare e quale sarà il testo, da lì in base alle loro reazioni poi iniziamo a lavorarci, e anche se non mi dicono nulla sui testi io comunque continuo a editarli perché mi convinco che in realtà non siano piaciuti (ride). Non va troppo sul piano delle emozioni per me, più che altro si tratta di raccontare delle storie. – Musicalmente cosa vi ha influenzato nella scrit- tura di Brave Faces Everyone? Dipende da ognuno di noi, io onestamente cerco di non ascoltare musica, così evito di rubare idee, perché ho questa brutta abitudine di sentire un giro particola- re e due mesi dopo riproporlo senza avere idea di dove l’avessi sentito, poi ad album uscito magari mi accorgo di aver rubato una canzone a qualcuno. A parte que- sto, molta musica country: ho visto i Mountain Goats subito prima che iniziassimo a registrare ed è stato – Ti è mai capitato di aver timore di far uscire qualcosa perché troppo intenso? TBA | 11