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RED EDITION
S PA N I S H LOV E S O N G S
No e non so se sia una cosa buona. Questa forse è la
cosa che fa capire di più il tipo di persona che sono, e
forse come dovrei essere. Ci sono alcune canzoni nel
disco per le quali ho dovuto avvisare delle persone, ma
non ci ho mai pensato due volte a scriverle, forse per-
ché me ne sono un po’ distaccato.
– Il vostro nuovo disco Brave Faces Everyone
sembra ripartire esattamente da dove eravate ar-
rivati con Schmaltz: cosa ci potete raccontare a
riguardo?
Penso che sia un buon modo per descriverlo, avevamo
fatto un po’ quello che ci pareva con Schmaltz, quindi
con questo nuovo disco volevamo non ripeterci e ac-
certarci di fare qualcosa di diverso che però continuas-
se a essere qualcosa che sentiamo nostro. Penso fosse
il logico passo successivo, leggermente diverso, ma
niente di cui essere troppo sorpresi.
– A chi è venuta l’idea del video di Losers?
Tutti noi. Eravamo a San Francisco per uno show con
gli Hot Water Music e abbiamo deciso che avremmo
fatto un video, avevamo solo due giorni per trovare
un’idea quindi abbiamo iniziato a buttarne giù un po’,
qualcuno ha detto qualcosa e il nostro regista ha det-
to qualcos’altro e in qualche modo l’idea della terapia
di band è uscita fuori, ed era tutto quello che avevamo
quindi abbiamo costruito tutto intorno a quello.
– Ogni vostro album ha la propria storia anche
dal punto di vista visivo, anche l’artwork di Brave
Faces Everyone ne ha una interessante?
La storia stavolta non è interessante. Come per il no-
stro primo album non sapevamo cosa fare, abbiamo
fatto un photoshoot per avere più cose possibili, ma
nulla andava bene, e un nostro amico, Mitchell Wojcik,
che è un grande fotografo e ha fatto cose con i The
Wonder Years e tanti altri, ci ha mandato qualche giga
di sue foto, le abbiamo guardate un po’ e trovata questa
ci sembrava potesse avere una storia decente alle spal-
le e ci sembrava giusta. E ha funzionato molto bene!
Nonostante non sia una storia molto interessante da
raccontare.
– Una cosa interessante è capire come negli anni
avete fatto crescere il vostro seguito qui in Euro-
pa essendo una band già più affermata negli Stati
Uniti...
Questa considerazione è divertente per me, penso sia
solo la natura dell’essere una band americana vista
dall’Europa. Penso che il nostro seguito sia equivalen-
te, siamo stati molto fortunati ad avere la possibilità di
venire in Europa in tour molto spesso, tanto quanto
negli Stati Uniti, quasi al punto che i nostri fan ameri-
cani si lamentano di quanto veniamo qua. Poi i promo-
ter europei si prendono cura degli artisti molto meglio
di quelli americani, è bello che qualcuno ti faccia trova-
re la cena quando suoni, essere pagati decentemente
per suonare… Comunque penso che sembri che ci sia
voluto molto tempo, ma in fin dei conti il nostro primo
tour in Europa risale a poco più di tre anni fa, quindi
non è passato così tanto.
– I vostri testi sono molto sinceri e le persone ci
si ritrovano molto facilmente, e questo è uno dei
motivi principali per cui i vostri fan vi amano. Ca-
pita mai che troviate questa sincerità difficile da
avere?
In realtà no, non è tanto difficile, lo prendo più come
un esercizio nel cercare di dire cosa penso e cosa sen-
to, molto spesso non ci penso neanche, è proprio uno
sfogo sulla pagina. Molto poi viene tagliato, tengo solo
le parti che non fanno schifo, poi le porto agli altri e gli
dico cosa ho in mente di fare e quale sarà il testo, da lì in
base alle loro reazioni poi iniziamo a lavorarci, e anche
se non mi dicono nulla sui testi io comunque continuo
a editarli perché mi convinco che in realtà non siano
piaciuti (ride). Non va troppo sul piano delle emozioni
per me, più che altro si tratta di raccontare delle storie.
– Musicalmente cosa vi ha influenzato nella scrit-
tura di Brave Faces Everyone?
Dipende da ognuno di noi, io onestamente cerco di
non ascoltare musica, così evito di rubare idee, perché
ho questa brutta abitudine di sentire un giro particola-
re e due mesi dopo riproporlo senza avere idea di dove
l’avessi sentito, poi ad album uscito magari mi accorgo
di aver rubato una canzone a qualcuno. A parte que-
sto, molta musica country: ho visto i Mountain Goats
subito prima che iniziassimo a registrare ed è stato
– Ti è mai capitato di aver timore di far uscire
qualcosa perché troppo intenso?
TBA
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