TBA The Pink Edition - Special Issue | Page 22

FIT FOR A KING The Path
PINK EDITION RECENSIONI

FIT FOR A KING The Path

– Solid State Records
Quinto album in studio per i texani Fit For A King , ancora una volta per Solid State Records e a puntuale distanza di due anni da Dark Skies : la band statunitense si riconferma una delle realtà più solide dello scenario metalcore mondiale , capace di tenere alta la bandiera di un genere che - seppur lontano dall ’ esplosione di un decennio fa in termini di popolarità – continua a vantare un seguito affezionato e piuttosto nutrito a livello mondiale . La band riesce magistralmente nell ’ intento di confezionare un lavoro compatto , fedele alle sue radici musicali e ad alto tasso melodico : dalle tracce più marcatamente heavy come Annhilation e God of Fire ( dove fa capolino anche Ryo Kinoshita dei Crystal Lake ) ci si sposta agilmente ai ritornelli perfetti per il sing along di pezzi come Locked Inside My Head e Louder Voice . L ’ output finale è un campionario di brani variegati e al contempo perfettamente coerenti tra di loro , capaci di non scadere nella ripetitività del genere pur affidandosi alle soluzioni tradizionalmente impiegate nell ’ ambito . Un lavoro che non fa dunque dell ’ originalità il suo punto di forza , rimanendo saldamente ancorato a coordinate sonore note , ma che piuttosto vuole mettere in risalto ciò che la band sa fare al meglio . Abbondano infatti i breakdown , le alternanze di scream e voci pulite , i ritmi di batteria serrati , le distorsioni di chitarra e le influenze più classicamente heavy che , seppur già ampiamente esplorate da un numero imprecisato di gruppi , trovano nella proposta del quintetto la giusta quadra . Il vero pregio di “ The Path ” risiede infatti nel sapere combinare abilmente tutti gli elementi sopracitati , in modo da dare vita ad un lavoro in grado di farsi ricordare e cantare a pieni polmoni dal vivo tra un moshpit e l ’ altro : accanto a brani dalla forte carica esplosiva si collocano infatti parentesi come quella di « Prophet », capace di sommare egregiamente aggressività e introspezione , grazie soprattutto alle lyrics dove la fede cristiana della band emerge con più decisione . Lungi dall ’ essere un semplice encomio in salsa religiosa – come tipico di molto metal cristiano made in US – il pezzo lascia spazio a dubbi e interrogativi che spesso si fanno largo nella spiritualità umana : ed è così che nel ritornello sentiamo il frontman Ryan Kirby chiedersi perché colui che ha creato le stelle non sappia guarire un cuore spezzato . Al netto di possibili divagazioni su religiosità e libero arbitrio , colpisce l ’ immediatezza e la profonda genuinità con cui le tematiche sono trattate , riuscendo a risultare d ’ impatto anche per chi è solitamente estraneo ad ascolti similari . Pur non discostandosi dalla line tracciata con le precedenti uscite , la fatica più recente della band americana ne conferma le doti , in primis la capacità di scrivere ed eseguire un metalcore dall ’ ampio respiro , in grado di convincere un pubblico vasto e di farlo con brani accattivanti : un più che discreto biglietto da visita per chi ambisce a ritagliarsi un posto nella scena per gli anni a venire , sedendo al fianco dei nomi storici del genere . ( AM )
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