1
GREEN EDITION
M I C R OWAV E
ogni genere, hanno persino fatto un album country,
ma sono sempre rimasti genuini. Un po’ di ispira-
zione mi è anche arrivata dai Daughters: loro tendo-
no a scrivere canzoni con un sound ricco di chitarre
corpose e anche un po’ caotico, ma sempre con una
spiccata sensibilità pop. E poi non potrei non citare
i Nirvana, vedi In Utero. Ti dirò che al momento sto
scrivendo anche delle canzoni r’n’b, ma credo che
quello sarà un progetto solista o dove collaborerò
con una serie di amici; penso che abbia più senso per
i Microwave restare una rock band! Anche perché dal
vivo le canzoni che escono meglio sono quelle più
scatenate: quelle più lente tendono un po’ ad ammo-
sciare l’atmosfera.
con: in vita ha fatto delle cose terribili, come spingere
il proprio amante al suicidio per poi ritrarlo morto su
un gabinetto in un quadro, o ancora diceva di volersi
scopare suo padre… eppure i suoi quadri erano ven-
duti a cifre milionarie. Questo perché la gente vedeva
il valore intrinseco delle sue opere. Oggi invece se una
persona è problematica o immorale, la gente scredita
completamente la sua arte, non riesce a vedere alcun
valore in opere che non rispettino una certa cornice
etica. Mi sembra che questo vada contro il concetto
stesso di arte. Non dico di dare una piattaforma a per-
sone in grado di fare del male: capisco perfettamente
il problema di questa eventualità, ma screditare un
artista per un’opinione non aiuta certo a rendere il
mondo un posto migliore.
– Vorrei parlare di una delle canzoni dell’album,
ovvero Hate TKO. Nel testo sembra che tu te la
prenda con alcune delle cose che sono successe
all’interno della scena punk/emo in questi ultimi
anni. Ci parleresti del significato della canzone e
dei sentimenti che provavi quando l’hai scritta?
– Che cosa significa TKO?
C’è una canzone di Teddy Pendergrass che si chiama
Love TKO. Lui era un artista soul, un po’ sul genere
di Marvin Gaye. Faccio sempre partire quella canzo-
ne al jukebox della waffle house che frequento dalle
mie parti, per cui volevo semplicemente fare questo
gioco di parole.
Ho l’impressione che soprattutto negli ultimi cin-
que-dieci anni la gente tenda a odiare molto più fa-
cilmente. Tra i miei amici ci sono persone con idee
politiche molto diverse, e se prima riuscivano a sop-
portarsi, ora si odiano tutti a vicenda. Se uno di loro sa
che mi vedo con altri, è capace di venirmi a dire “se tu
frequenti quella gente non possiamo più essere ami-
ci”. Ma a me invece non me ne frega un cazzo: io sono
un nichilista. Quando ho scritto la canzone avevo in
mente specificamente l’ambito musicale. Appena
una band comincia ad avere successo, molte persone
se ne distaccano e cominciano a tirarle merda addos-
so per affossarla; forse perché si sentono superiori e
vogliono ascoltare solo gruppi che non conosce nes-
suno? È un atteggiamento stupido; è il contrario del
motivo per cui la gente dovrebbe apprezzare l’arte. Io
credo che ognuno abbia il diritto di esprimere il pro-
prio parere; credo che nel mondo le cose non siano
mai del tutto bianche o del tutto nere, e che ci siano
persone intelligenti in ogni fazione o corrente di pen-
siero. Ripeto, io sono un nichilista, non voglio avere
figli, non me ne frega niente del futuro del mondo e
dell’umanità; semplicemente mi piace la musica, mi
piace suonare e far parte di questo ambiente, per cui
quando vedo che per motivi politici o di altra natura la
gente comincia a cercare di distruggere una band re-
sto davvero senza parole. Prendi il pittore Francis Ba-
TBA
– Secondo te per una band in questo momento
è più importante avere un bravo booking agent o
un bravo pubblicista?
Domanda spinosa. Un pubblicista fino all’anno scor-
so neanche l’avevamo. Forse sono importanti allo
stesso modo… La cosa più importante secondo me è
finire nella playlist giusta su Spotify! Di questi tem-
pi andare in giro a suonare non fa crescere di molto
la tua fanbase; è più che altro una cosa divertente
da fare. Se pubblichi una canzone nuova su Internet
raggiungi lo stesso numero di nuove persone che rag-
giungeresti facendo un mese di tour. E poi penso che
ci sia meno gente che legge e presta davvero attenzio-
ne alla musica e alle nuove band. Diciamo che avere
un buon pubblicista può aiutare, soprattutto per dar-
si un tono e aumentare la credibilità della band e la
sua percezione: una feature di due pagine su una buo-
na pubblicazione contribuisce a far sì che la gente ti
prenda più sul serio. Come in molte altre industrie, la
percezione è molto importante: se riesci a creare l’i-
dea che la tua band sia figa e importante, molta gente
comincia a crederlo veramente. Trovarsi nel posto
giusto al momento giusto può determinare il tuo suc-
|
37