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GREEN EDITION
I TA L I A N S C E N E
evocava il pezzo e siamo approdati alla fotografia di
Todd Hido (House Hunting) e agli scatti di Gregory
Crewdson. Infine, sembra sciocco, ma io sono nato e
cresciuto a Casinalbo. Così si è chiuso un cerchio, al
plurale.
– Hai da sempre fatto musica e hai avuto diversi
progetti e tutti seguendo un genere diverso. Come
mai questa scelta di approdare all’emo-trap?
– Hai recentemente annunciato un nuovo pro-
getto dal nome Casemurate. Parlacene un po’:
quando e come è nato?
Casemurate è nato idealmente un anno fa proprio
con Miseria, un brano che non trovava collocazione
in nessuno dei miei progetti precedenti. Ho sentito
subito una stretta allo stomaco, quel misto di eccita-
zione e paura di affrontare il nuovo. Da lì in poi pro-
seguire è stato piuttosto naturale e assolutamente
liberatorio.
Il fil rouge è sempre stato quello dello sfogo, più o
meno rassegnato, e dal processo di autoanalisi che
ne deriva. Una rabbia che ho urlato e che ho accom-
pagnato con accondiscendenza fino ad oggi. Il centro
di tutto è sempre stata l’emotività e la chitarra che è
anche l’unico strumento che bene o male so suonare.
Poi è arrivata la passione per l’elettronica e l’hip hop
quattro o cinque anni fa, l’una per la composizione e
l’altro per la scrittura, mi hanno fatto pensare che la
musica possa essere vista da altre angolazioni, creati-
vamente parlando. Ho pubblicato un primo tentati-
vo ormai tre anni fa e ho continuato a produrre tra le
quattro mura di casa, condividendo il tutto con pochi
amici.
– Tu vieni dall’Emilia Romagna e Casemurate è
anche una frazione di Forlì-Cesena. C’è un nesso
tra le due cose?
Casemurate all’inizio era “Casamurata”, il trigger
principale è stato un manga di Junji Ito, tratto dalla
raccolta Lovesick Dead, in cui una casa dalle finestre
completamente murate fa da sfondo a vicende maca-
bre. Ero incerto sul nome, continuavo a procrastina-
re, poi ho collegato un po’ di punti. Il testo di Miseria
parla tanto della casa, inteso come contenitore di ri-
cordi - fantasmi che non trovano espiazione. In quel
periodo inoltre io e il mio amico Andrea (Out Stack
Records) stavamo ragionando sulle immagini che
– Il brano d’esordio, “Miseria”, esce per V4V.
Come è nato? Hai da subito capito che sarebbe
stato un brano beats-lofi o è stata un’evoluzione
graduale?
Il brano nasce banalmente, come spesso accade. Mi
succede qualcosa che non riesco a tenere dentro e lo
scrivo senza tante pretese, poi lo guardo da lontano
e a lungo. Questo è il grosso del lavoro e in questo mi
ha affiancato tantissimo l’amico Luca (LucaBi audio)
e le sere passate in studio a costruire gradualmente
beat, scambiarci idee, bere e registrare.
– Hai trovato difficoltà o differenze nel lavorare
in questo nuovo panorama? Se si, quali?
Non direi. Mi sento solo grato di poter fare questo e
farlo ascoltare in giro, niente di più.
– Hai già altro materiale pronto? Il 2020 sarà
l’anno di Casemurate?
Ci sono canzoni che ogni giorno ribalto come un cal-
zino, non so se quando le ascolterete saranno le stes-
se, ma ci sono.
TBA
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