TBA The Green Edition - Issue #01 | Page 25

1 GREEN EDITION I TA L I A N S C E N E evocava il pezzo e siamo approdati alla fotografia di Todd Hido (House Hunting) e agli scatti di Gregory Crewdson. Infine, sembra sciocco, ma io sono nato e cresciuto a Casinalbo. Così si è chiuso un cerchio, al plurale. – Hai da sempre fatto musica e hai avuto diversi progetti e tutti seguendo un genere diverso. Come mai questa scelta di approdare all’emo-trap? – Hai recentemente annunciato un nuovo pro- getto dal nome Casemurate. Parlacene un po’: quando e come è nato? Casemurate è nato idealmente un anno fa proprio con Miseria, un brano che non trovava collocazione in nessuno dei miei progetti precedenti. Ho sentito subito una stretta allo stomaco, quel misto di eccita- zione e paura di affrontare il nuovo. Da lì in poi pro- seguire è stato piuttosto naturale e assolutamente liberatorio. Il fil rouge è sempre stato quello dello sfogo, più o meno rassegnato, e dal processo di autoanalisi che ne deriva. Una rabbia che ho urlato e che ho accom- pagnato con accondiscendenza fino ad oggi. Il centro di tutto è sempre stata l’emotività e la chitarra che è anche l’unico strumento che bene o male so suonare. Poi è arrivata la passione per l’elettronica e l’hip hop quattro o cinque anni fa, l’una per la composizione e l’altro per la scrittura, mi hanno fatto pensare che la musica possa essere vista da altre angolazioni, creati- vamente parlando. Ho pubblicato un primo tentati- vo ormai tre anni fa e ho continuato a produrre tra le quattro mura di casa, condividendo il tutto con pochi amici. – Tu vieni dall’Emilia Romagna e Casemurate è anche una frazione di Forlì-Cesena. C’è un nesso tra le due cose? Casemurate all’inizio era “Casamurata”, il trigger principale è stato un manga di Junji Ito, tratto dalla raccolta Lovesick Dead, in cui una casa dalle finestre completamente murate fa da sfondo a vicende maca- bre. Ero incerto sul nome, continuavo a procrastina- re, poi ho collegato un po’ di punti. Il testo di Miseria parla tanto della casa, inteso come contenitore di ri- cordi - fantasmi che non trovano espiazione. In quel periodo inoltre io e il mio amico Andrea (Out Stack Records) stavamo ragionando sulle immagini che – Il brano d’esordio, “Miseria”, esce per V4V. Come è nato? Hai da subito capito che sarebbe stato un brano beats-lofi o è stata un’evoluzione graduale? Il brano nasce banalmente, come spesso accade. Mi succede qualcosa che non riesco a tenere dentro e lo scrivo senza tante pretese, poi lo guardo da lontano e a lungo. Questo è il grosso del lavoro e in questo mi ha affiancato tantissimo l’amico Luca (LucaBi audio) e le sere passate in studio a costruire gradualmente beat, scambiarci idee, bere e registrare. – Hai trovato difficoltà o differenze nel lavorare in questo nuovo panorama? Se si, quali? Non direi. Mi sento solo grato di poter fare questo e farlo ascoltare in giro, niente di più. – Hai già altro materiale pronto? Il 2020 sarà l’anno di Casemurate? Ci sono canzoni che ogni giorno ribalto come un cal- zino, non so se quando le ascolterete saranno le stes- se, ma ci sono. TBA | 25