TBA The Blue Edition - Issue #00 | Page 17

0 BLUE EDITION B AY F E S T volta sempre lo stesso album, anche se sappiamo che la gente si arrabbia con le band quando cambiano sound. Il nostro primo album è quello più punk rock, ora abbiamo voluto fare qualcosa di diverso man- tenendo alcuni elementi punk rock che i nostri fan potranno riconoscere ma abbiamo anche esplorato nuove aree che possono comunque essere coerenti con l’essenza della band e spero che ciò sia stato ap- prezzato. – È passato un po’ di tempo dal vostro ultimo show in Italia, come ci si sente ad essere di nuovo qui? È fantastico essere di nuovo qui! Anche perché du- rante l’ultimo tour in Europa io non ero presente a causa di problemi legali… – Si mi ricordo che l’ultima volta ti avevano arre- stato perché avevi cercato di rapire Joey Cape… – A me è piaciuto un sacco, anche perché sono fan dei synth… Bè, è una cosa che potrei tranquillamente fare. Voglio dire, ne varrebbe davvero la pena di rapire Joey Cape ma fortunatamente non è mai stato necessario, per- ché lui è un bravo ragazzo e basta chiedergli di uscire a divertirsi e lui lo fa volentieri. Comunque non mi sembra improbabile come cosa quindi penso sia ef- fettivamente successo ciò che dici tu. Ah sì sono una di quelle cose che tutti dicono “no cosa fai sei pazzo, non puoi mettere cose del genere in un disco punk” e noi invece abbiamo pensato “cer- to che possiamo, facciamolo!” tra l’altro Roger e Mike speravano che facessimo una cosa del genere. – Il vostro ultimo disco, III, è uscito lo scorso marzo. Quante case avete svaligiato da allora? – Ho sentito che alcune parti del disco sono sta- te registrate in prigione… Non ho svaligiato nessuna casa. Alcune persone po- trebbero affermare che io gli abbia svaligiato la casa o cose simili ma sono solo bugie. Solo perché mi è capi- tato di possedere alcune cose intorno al periodo na- talizio non significa per forza che avessi abbastanza soldi per comprarle. Babbo Natale ha fatto visita alla capanna nel bosco di Intruder Green esattamente come fa visita a tutte le case. Sono solo accuse infon- date, io non ho svaligiato nessuna casa. No, non che io ricordi… Credo sia stato interamen- te registrato alla Moat House a Gainsville, Florida che in effetti può sembrare una prigione perché se ti trovi nel soggiorno mentre una band sta registrando sei bloccato lì. Devi per forza passare dalla live room per uscire fuori altrimenti rimani bloccato all’inter- no quindi è proprio come una prigione solo che puoi avere un sacco di birra, pizza e Flaco’s Tacos perché sei a Gainsville. Diciamo che è molto meglio di una prigione. – Non ti credo perché da casa mia mancano delle cose in effetti… – La mia canzone preferita è “Stay With Me To- night” perché dice “try to keep my head up but everything sucks”. Tu quale sceglieresti? Oh ma non sono stato io! Se fosse stato opera mia ti garantisco che he non ti avrei mai svaligiato la casa in quel modo; avrei suonato il campanello e ti avrei det- to “Ciao bella, come va? Tutto a posto?”. Questa è una domanda difficile! Mi piacciono moltis- sime canzoni in quel disco ma se devo scegliere direi che la mia preferita è “Just So You Know”, non per il messaggio della canzone ma per le melodie, per il sound della chitarra… suona benissimo, mi piace tut- to di quella canzone. – Ma parlando del disco, siete contenti di come sia venuto? Pensi che rappresenti bene la cresci- ta della band? Sì, assolutamente! Abbiamo fatto un ottimo lavo- ro con questo disco. Abbiamo lavorato con Roger (Lima) dei Less Than Jake e Mike Kennerty e abbia- mo inserito nel disco un sacco di nuovi spunti. Come hai detto tu, hai usato le parole giuste: questo disco dimostra la nostra crescita! Non vogliamo fare ogni TBA – Avete scelto il crimine perché con la musica non si guadagna abbastanza? È abbastanza vero. Però i Masked Intruder sono ve- nuti dopo il crimine. Abbiamo dovuto incontrarci in | 17