TBA The Blue Edition - Issue #00 | Page 34

0 BLUE EDITION GRL PWR – Noi nasciamo dalle ceneri di un progetto le- gato al punk, ma sappiamo che anche tu hai ini- ziato la tua gavetta in una punk rock band… già raccontato a tutti ma il segreto del “Benesse- re” lo vogliamo sapere anche noi. Quando viaggio, anche solo per spostarmi a pochi chilometri da casa, mi piace parlare con gli anzia- ni saggi del posto. In Thailandia ho imparato che il buddhismo non è solo una religione, ma una filosofia di vita semplice che ti fa affrontare le cose in modo semplice. Ecco perchè, quando mi trovavo lì persa a chiacchierare di meditazione e di respirazione con questa indimenticabile vecchietta, ho capito una cosa: Ci riempiamo le giornate con un sacco di ansie superflue, di stress senza senso, di obblighi sociali astrusi… quando in realtà l’unica cosa che conta, alla fine, è stare bene. Questo punk… tratta la musica come un fidanzato stronzo, trascurato e imprevedibile eppure ci ha fat- te innamorare per sempre. Io da piccola, quando ho iniziato a studiare pianoforte, vedevo la musica come una cosa difficile, da manuale d’istruzione. Quando ho scoperto il punk, a 11 anni, mi si sono aperti gli occhi: tutto è musica, tutti la possono fare e diventa una cosa stupenda se la usi per tirare fuori la rabbia, le paure, e qualsiasi stranezza interiore impossibile da spiegare o da sfogare solo con il linguaggio quoti- diano. Le parole e la grammatica hanno troppe regole per ingrigliarci dentro un’emozione, la musica è anar- chica, ha infiniti linguaggi e suoni… è libertà assoluta. – Negli ultimi tempi si parla delle croci e deli- zie dell’essere una donna che lavora in un am- bito come la musica predominato dagli uomini, come riesci a trovare il tuo spazio e il tuo modo per emergere? – Che poi in realtà hai fatto anche il conservato- rio, ti piace l’elettronica, nella tua musica ci sono moltissimi riferimenti alla musica latina e globa- le… Forse è proprio questa tua curiosità musica- le e il modo che hai di sintetizzare ogni spunto a rendere la tua musica veramente interessante. Ho scelto il nome d’arte Elasi proprio perché è uni- sex. Me ne voglio fregare delle differenze di genere, soprattutto quando faccio musica. Tra l’altro ultima- mente le cose stanno cambiando, stiamo rivolgendo la nostra attenzione verso artiste che troncano gli stereotipi ed escono dai canoni: questo è l’anno di Billie Eilish e di Rosalìa, per dire. Quando sei innamorato pazzo della musica è difficile ascoltarla soltanto in alcuni suoi generi o immagi- narla tratteggiata da confini: la vuoi abbracciare e im- parare tutta tutta. A me basta che sia nata da qualcosa di viscerale per incuriosirmi. Ogni pezzo, suono o ritmo del mondo può essere di ispirazione. – Hai vissuto anche all’estero, hai notato delle differenze rispetto all’Italia in questo senso? – Un’altra cosa che potrebbe accomunarci è un amore sconsiderato verso la linguistica italiana, sbagliamo? Nei tuoi testi ci sono delle scelte di vocabolario e delle immagini molto particolari, come la scelta del titolo “Vivo di Vividi Dubbi” per esempio... Sì, ma forse perché generalizzando, negli USA per esempio, c’è una percentuale molto più alta di gente che suona rispetto all’Italia, meno approssimazione professionale negli ambienti artistici e meno pregiu- dizi storici ma, di contro, c’è anche molto meno fasci- no per i miei gusti, e in quello non ci batte nessuno. Adoro il fatto che la lingua possa essere usata come se fosse uno strumento musicale. Tutte le sue ritmiche, le intonazioni, gli accenti e i suoni unici... L’Italiano si presta tantissimo a questa cosa, ed è un peccato che le canzoni nella nostra lingua non siano ancora molto ascoltate nel resto del mondo. Serve una svolta! – Quest’anno ti sono successe un sacco di cose belle tipo Sugar, suonare al MI Ami e ovviamen- te conoscere noi, ma dal futuro cosa ti aspetti e soprattutto cosa dobbiamo aspettare noi da te? Mi aspetto di imparare sempre, di stupirmi ancora tanto e voglio scrivere tanta musica che possa farci ballare o piangere insieme :) – Ma parlaci della vecchietta in Thailandia! L’hai TBA | 34