SudOnLine 20 marzo 2020 | Page 7

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L'emergenza in Italia

gente possibile. Ecco quando finirà tutta questa tragedia è a loro che bisogna dargli un giusto riconoscimento anche economico.

Già sento le voci, non bisogna fare polemiche in questo momento, anzi come dice il nostro premier Conte, è una follia fare polemica in questo momento. E' un mantra che vanno ripetendo i politici, in particolare quelli del Governo, e lo ripetono pure i vari tg. E' il momento di fare squadra, ripetono, anche l'opposizione sembra che si sia adeguata. Non così il giornalista Nicola Porro che dissente energicamente, da questo orientamento unico, "Siamo il paese che in questo momento conta più morti al mondo, gli ospedali sono al collasso: sarà lecito fare polemica? Sarà lecito avere dei dubbi e fare domande?".Concordo pienamente con Porro, non accetto questa melassa che si va diffondendo.

Pertanto questo «forzoso unanimismo che ricorda le “unioni sacre” alla vigilia della I Guerra Mondiale, quando finirà? Quando potremo dire, senza essere accusati di disfattismo, che il comportamento del Governo è stato, ed è, una galleria degli orrori?», se lo chiede l'amico Alfonso Indelicato, in un editoriale su IlNuovoarengario.it

Non chiamateci irresponsabili perchè osiamo scrivere queste cose. Che l’Italia conti il maggior numero di contagiati e di morti al mondo dopo la Cina e prima della Corea (!) non è un’opinione, ma è appunto un fatto, un nudo e crudo e sonante fatto che resiste ad ogni scusante, ad ogni giustificazionismo di maniera, ad ogni interpretazione capziosa delle modalità altrui di contare le proprie vittime.

Sono stati commessi errori decisivi e inemendabili, nei primi giorni del contagio. Ora hanno chiuso le frontiere, ma bisognava farlo prima. In Sicilia c'è un proverbio che dice:“prima hanno rubato a Sant'Agata e poi hanno messo i cancelli”.

Quanto tempo è stato perso, ad esempio, per vituperare il presunto razzismo degli italiani nei confronti degli amici cinesi … Non era razzismo naturalmente, ma solo l’elementare prudenza del buon padre di famiglia.

Poi la situazione è precipitata, e ora negli ospedali si arriva ad attuare una spietata selezione fra chi ha diritto alla ventilazione e chi no, per motivi di età o di condizioni cliniche. Una selezione non voluta da un novello Dott. Mengele, ma più semplicemente dalla penuria della strumentazione medicale della sanità devastata dai tagli di spesa imposti da questa Europa di cui l’attuale governo è figlio legittimo.

Nel frattempo scoppia la più grande rivolta carceraria della storia repubblicana, con morti e fughe di massa: uno scenario sudamericano che si poteva evitare se si fossero ascoltati i segnali provenienti da tempo dai sindacati della polizia penitenziaria.

Poi arriva la bozza del DPCM che chiude i confini della Lombardia, provocando un esodo di massa, un nuovo 8 settembre per alcuni, dal nord al sud le cui conseguenze sul piano epidemiologico sono ancora da decifrare.

Infine l'ultimo più severo decreto (quello oggi vigente) che però mantiene non indifferenti zone d’ombra. Tuttavia anche in questo grave drammatico momento non dobbiamo dimenticare che abbiamo dei dilettanti, degli improvvisatori: è un governo del tutto scollegato dalla realtà italiana e questo “scollegamento” si è evidenziato in modo drammatico nello scontro di queste ore con la Regione Lombardia che sta affrontando eroicamente l’emergenza.

Un governo scollegato perché è stato messo insieme tra nemici che volevano solo evitare le elezioni e conservare le poltrone ed è un governo di minoranza che non rappresenta il Paese, che non ha basi sociali.