I SOLDI
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L'Italia, un popolo di inventori
Salgono le richieste di brevetti
L'Italia, nel 2019, ha messo a segno il quinto anno consecutivo di crescita di richieste di brevetti, in particolare nel settore dei trasporti e delle macchine utensili. E' quanto rileva l'European patent Office secondo cui sono salite dell'1,2%, sopra la media Ue dello 0,9%. Le 4456 domande inoltrate da società e inventori italiani sono guidate da quelle della Lombardia che scala di una posizione (da 13esima a 12esima), la classifica delle regioni europee. Fra le società la bolognese G.D. (sigarette) si è rivelata quella più attiva nella domanda di brevetti presentati a Epo, seguita da Pirelli (46), Prysmian (46), Chiesi Farmaceutici (42), Saipem (37), Leonardo (30), Istituto Italiano di Tecnologia IIT (27), Ansaldo Energia (25), Brembo (20) e Telecom Italia (20). Fca, Cnh e Stm non appaiono nella classifica perchè domiciliate nei Paesi Bassi. A livello globale , con 3524 domande, Huawei è stata in assoluto la società con il più alto numero di richieste presentate a EPO nel 2019.
Nel complesso, European Patent Office ha ricevuto richieste (che rappresentano un nuovo record assoluto) per più di 181 000 brevetti nel 2019, con un aumento del 4% rispetto al 2018. (Fig.: Crescita delle domande). Di queste, solo il 45% delle domande era di provenienza dei 38 Paesi aderenti all'EPO mentre il 55% arriva da altre aree. I primi 5 Paesi per numero di richieste sono gli Stati Uniti (25% del totale), la Germania (15%), il Giappone (12%), la Cina (7%) e la Francia (6%) (Fig.: Primi 50 Paesi per numero di domande). L'aumento delle richieste lo scorso anno è stato sostenuto soprattutto dalla crescita robusta della Cina, degli Stati Uniti e della Corea del Sud. Altro trend inconfutabile sembra essere l'ascesa delle richieste di brevetto nei settori della Comunicazione digitale e del Computer Technology, che riflettono l'importanza in rapido aumento delle tecnologie correlate alla trasformazione digitale.
La Fed potrebbe tagliare i tassi di interesse
di mezzo punto per sostenere l'economia
La Fed potrebbe tagliare di 50 punti base dei tassi Usa alla prossima riunione del 17-18 marzo, portando l'intervallo obiettivo per il tasso dei fed funds a 0,5%-0,75%. E' questa la stima della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per gli interventi di contrasto all'impatto del coronavirus sull'economia Interventi successivi "dovrebbero riportare - evidenziano gli economisti di Intesa Sanpaolo - i tassi al limite dello zero entro giugno 2020. Nel frattempo, il Fomc si preparerà ad agire su altri fronti, alcuni ormai noti (forward guidance, liquidità), altri forse creati dalla necessità (acquisto di titoli di classi di asset diverse da Treasury e agenzie, helicopter money)".
Interventi successivi "dovrebbero riportare - evidenziano gli economisti di Intesa Sanpaolo - i tassi al limite dello zero
entro giugno 2020. Nel frattempo, il Fomc si preparerà ad agire su altri fronti, alcuni ormai noti (forward guidance, liquidità), altri forse creati dalla necessità (acquisto di titoli di classi di asset diverse da Treasury e agenzie, helicopter money)".
Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo, la vera incertezza per le previsioni riguarda non tanto se ci saranno nuove misure, ma quanto ampie saranno, quali strumenti riguarderanno e se la Fed potrà aspettare il 18 marzo per agire. Infatti, da un lato la Fed "potrebbe intervenire - sostengono - di nuovo prima della riunione regolare, rendendo obsolete le previsioni formulate oggi. Dall'altro, insieme alle decisioni sui tassi, la Fed predisporrà misure di sostegno alla liquidità e al credito alle imprese e alle famiglie, mentre studia altre misure straordinarie da attuare in caso di forte deterioramento dello scenario".