La guida
Ora l'Unità del Paese
Cosa dice il decreto per i lavoratori
Vincenzo naturale
Senza ombra di dubbio l’Italia sta attraversando un momento difficile. Molteplici sono le difficoltà che stanno affrontando medici, infermieri è tutta la categoria, volontari compresi, non tralasciando minimamente le forze dell’ordine; tutti con un grande fardello di responsabilità. Per non parlare dei vari settori che stanno sopportando una crisi senza precedenti. Tuttavia cosa ha sempre contraddistinto il nostro popolo? La capacità straordinaria di rialzarsi. Dunque faccio appello a tutti gli Italiani. Ancora una volta restiamo solidali, dando prova di senso civico, poiché questa in cui viviamo è una grande nazione, la più bella in assoluto. In passato, abbiamo affrontato momenti peggiori è da grandissimo popolo, siamo usciti vittoriosi. Capisco che le parole scritte da me, in queste righe, non siano la risoluzione a tutti i problemi. Ma, io vedo nei cuori di tanti, una grande bellezza; la stessa che il tempo ci ha tramandato. Basta rivolgere lo sguardo alla finestra di casa, per scorgere una magnificenza, artistica, nonché paesaggistica senza eguali. Un privilegio poter vivere in un paese dove le vestigia storiche si erigono su arte e monumenti per i quali il mondo ci è grato. Dunque miei amati connazionali; è ora di rispondere a voce alta: l’Italia chiamò.
Ora è sempre viva l’Italia viva la Repubblica.
Vincenzo Naturale
All’articolo 1 del decreto , si «raccomanda» ai datori di lavoro pubblici e privati «di promuovere» fino al 3 aprile «la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie»; fermo restando quanto previsto più avanti da un comma dell’articolo 2 che norma, appunto, le modalità di “lavoro agile”. Per la durata dello stato di emergenza e per il lavoro subordinato, insomma, il decreto non obbliga ma raccomanda la promozione della modalità di lavoro esterna ai locali aziendali anche in assenza di accordi precedenti. Concretamente Come spiega il Sole 24 Ore, ai lavoratori delle zone interessate si presentano due possibilità: il lavoro da casa oppure l’invito a mettersi in congedo o ferie eventualmente fino al 3 aprile. «Nella “peggiore” delle ipotesi», scrive il Sole, «potrebbe trattarsi di 4 settimane di ferie che per la stragrande maggioranza dei lavoratori significherebbe esaurire tutte le ferie dell’anno. Un’eventualità più concreta per i lavoratori dell’industria che svolgono attività che richiedono la presenza in fabbrica, piuttosto che per gli addetti della ristorazione e delle pulizie».
L’altra possibilità è il lavoro da casa, che può essere attivato senza accordo individuale in tutta Italia, ma che evidentemente può essere limitato solo ad alcune tipologie di lavoro: non a quelle che prevedono una presenza. In ogni caso, se il datore di lavoro non ha permesso di lavorare da casa, se non ha attivato le misure di congedo o ferie, o l’accesso a qualche tipo di cassa compensativa, si può o ci si deve recare al lavoro, auto-certificando lo scopo dei propri viaggi in caso si venga fermati dalle forze dell’ordine.
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IL COMMENTO
L'emergenza in Italia