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Il commento. E' una guerra
e siamo tutti in pericolo di vita
Attenti ai facili ottimismi. Anche quando il contagio raggiungerà il picco non è detto che torneremo alla normalità. Quindi è il momento di proteggersi
di Biagio Maimone
Bisogna essere bugiardi per affermare che il Coronavirus sta per raggiungere il picco e poi, come se nulla fosse, il contagio svanisce, sicché tutti possiamo nuovamente riversarci per le strade.
Certamente l'ottimismo aiuta a vivere meglio e bisogna sicuramente essere forti per affrontare questa drammatica situazione, ma il problema è più grave di quanto si possa immaginare.
Sento il dovere di affermare che siamo tutti in serio pericolo di vita ed il problema è che nessuno vuole rendersene conto.
Il Covid-19 non perdona e l'uomo rimane inerme di fronte al dilagare del virus: molti muoiono, ogni giorno, per asfissia, uccisi senza pietà da questo virus.
Medici e operatori sanitari si impegnano a scapito della loro vita, ma nessuno riesce a fermare la morte.
Una morte che avanza subdola, silenziosa tra le vie vuote delle città come se fosse una maledizione che incombe dall'alto.
C'è chi teme che la popolazione mondiale possa essere dimezzata.
O si trova subito una soluzione o la morte dilagherà ovunque, senza sosta.
Per frenarla, oltre a stare a casa, serve che la scienza si impegni con maggior celerità.
Gli scienziati e solo gli scienziati, con l'ausilio delle forze governative, possono salvare l'umanità che rischia di essere sterminata da un'epidemia indefinibile ed inaspettata, che si afferma alla stregua di un evento apocalittico.
''Di fronte all'allarme delle regioni del sud per il rischio di rientro in massa dalle zone del nord, perché l'Italia non utilizza, come ausilio nella politica di contenimento della diffusione del Coronavirus, le tecnologie digitali, a partire da quella più elementare dell'Sms?''. Lo dichiara il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova.
''Si dovrebbe prevedere un protocollo con le compagnie perchè sia possibile inviare un sms con indicazioni precise fornite dalle autorità sanitarie su cosa non fare e cosa fare, ad esempio, a coloro che si muovono o si sono mossi da una zona ad alta intensità di diffusione dell'infezione, o dove è esploso un focolaio, ad un'altra zona del paese. Un sistema - sottolinea Della Vedova - che potrebbe risultare utile anche quando progressivamente allenteremo la stretta dei divieti ma, come spiegano gli esperti, non si potrà abbassare la guardia sulla diffusione del virus. Nessuna raccolta dati da parte di autorità statali o di polizia, nessuna schedatura: utilizzo di dati su di noi e sui nostri spostamenti che già vengono raccolti e archiviati solo fin che dura lo stato di emergenza, con l'obbligo assoluto di cancellarli o anonimizzarli successivamente.
"Anzi, prima si codifica un meccanismo 'garantista' di (inevitabile) utilizzo dei dati che continuamente 'disseminiamo' e meglio saremo al riparo da un loro uso ''emergenziale'' disposto da qualche provvedimento frettoloso. Rafforzando la garanzia dello Stato sul vincolo di riservatezza da parte delle compagnie - conclude il segretario di Più Europa - credo che da qui si potrebbe rapidamente partire per recuperare un po' del tempo perduto sull'uso delle tecnologie digitali per combattere la diffusione del virus''.
Utilizziamo gli sms per vigilare
sugli spostamenti dal Nord al Sud
L'emergenza nel mondo