StraNo numero Zeta | Page 26

Racconto tratto da un'opera di U.P.Naumer Volto da volpe nascosto dietro uno scolorito mazzo di fiori. Zampe pelose artigliate a steli rigidi, farfalle malnutrite gli ronzano attorno, sterili pensieri la tengono occupata. L'essere animale si dirige verso casa dell'amata, per farlo deve superare un burbero vecchio bosco, anche se è pericoloso non ha alternative quindi lo attraversa senza indugi, con occhi attenti al mondo esterno e passo svelto. Per evitare gli insulti provenienti dalle fronde, la volpe estrae cuffie e walkman, sottratti ad un tedesco turista distratto, quindi parte decisa verso la sua meta. Volume a palla, musica in testa del 1700. Il sentiero scorre veloce sotto le scarpe di vernice verde, a tratti le sembra di volare, trasportata dalle note di Bach sulla luce filtrata dal fogliame. Quella luce soffice che accarezza prati umidi e timidi fiori, che scalda lo spirito a sassi ricoperti di muschio,che dona baci e riflessi dorati ai ruscelli appena svegli. Nella magia la volpe si dimentica: dell'assenza di colori tra i fiori con steli rigidi; del sentiero calpestato dalle scarpe verdi di vernice; delle cuffie, la musica e le orecchie otturate; del tedesco distratto turista tra gli alberi; delle farfalle e del fogliame; infine dimentica il suo viaggio ed il suo essere. Ritorna animale e si addentra nel bosco non pi ù ostile. Ogni passo la conduce in posti sempre nuovi. Si ritrova in luogo sconosciuto, difronte ad uno specchio luccicante appeso ad un albero antico come il mondo. Vedendo per la prima volta il suo riflesso si domanda : ” Chi sono? ” Le risponde, sereno, il silenzio.