Racconto tratto da un'opera di U.P.Naumer
Volto da volpe nascosto dietro uno scolorito mazzo di
fiori.
Zampe pelose artigliate a steli rigidi, farfalle
malnutrite gli ronzano attorno, sterili pensieri la
tengono occupata.
L'essere animale si dirige verso casa dell'amata, per
farlo deve superare un burbero vecchio bosco, anche se
è pericoloso non ha alternative quindi lo attraversa
senza indugi, con occhi attenti al mondo esterno e
passo svelto.
Per evitare gli insulti provenienti dalle fronde, la
volpe estrae cuffie e walkman, sottratti ad un tedesco
turista distratto, quindi parte decisa verso la sua
meta.
Volume a palla, musica in testa del 1700.
Il sentiero scorre veloce sotto le scarpe di vernice
verde, a tratti le sembra di volare, trasportata dalle
note di Bach sulla luce filtrata dal fogliame. Quella
luce soffice che accarezza prati umidi e timidi fiori,
che scalda lo spirito a sassi ricoperti di muschio,che
dona baci e riflessi dorati ai ruscelli appena svegli.
Nella magia la volpe si dimentica: dell'assenza di
colori tra i fiori con steli rigidi; del sentiero
calpestato dalle scarpe verdi di vernice; delle
cuffie, la musica e le orecchie otturate; del tedesco
distratto turista tra gli alberi; delle farfalle e del
fogliame; infine dimentica il suo viaggio ed il suo
essere.
Ritorna animale e si addentra nel bosco non pi ù
ostile.
Ogni passo la conduce in posti sempre nuovi.
Si ritrova in luogo sconosciuto, difronte ad uno
specchio luccicante appeso ad un albero antico come il
mondo.
Vedendo per la prima volta il suo riflesso si
domanda : ” Chi sono? ”
Le risponde, sereno, il silenzio.