e delineato da Giovanni D’Enrico già fin dal 1614 con l’aiuto di Bartolomeo
Ravelli per tutto il Sacro Monte. Vi si prevedeva di affiancare con una certa
simmetria le due cappelle sulla destra e sulla sinistra alla fino allora solitaria e
svettante cappella parallelepipeda del Cristo in croce, per legare strettamente i
tre momenti della tragedia del Golgota e dare una ancor maggiore imponenza
all’insieme architettonico con l’accordamento dei tre volumi di queste cappelle.
Vi è quidi da pensare che il progetto definitivo della nuova costruzione sia
stato elaborato da Giovanni D’Enrico con ogni probabilità già insieme a quello
dell’Inchiodazione, sulle basi di un disegno di massima, soprattutto di carattere
topografico e planimetrico, del 1614, e sia stato poi ancor più puntualizzato
nell’anno e mezzo che passa tra il contratto per erigere l’Inchiodazione e quello
per la Deposizione, da costruire sullo sprone roccioso che si protende sulla spianata della Piazza Maggiore verso mezzanotte.
La struttura architettonica - L’inizio dei lavori
Come si è già accennato, la convenzione per erigere la Cappella della Deposizione viene stipulata tra i fabbricieri del Sacro Monte Marco Draghetti e Marco
Ravelli, subentrati al Morondi e al d’Adda, con Antonio Ronco di Alagna e
Antonio Rastelli di Palancato, il 31 ottobre 1633, con l’impegno di seguire il
disegno “che gli sarà datto da magistero Giovanni d’Enrico”.
Dei quattro mastri dell’Inchiodazione compare qui solo più il primo: Antonio Ronco di Alagna, ben documentato per aver eretto nel 1619-20 il portico
della chiesa parrocchiale di S. Martino a Roccapietra e poi, ad iniziare la 1632,
l’Inchiodazione; più tardi, tra il 1637 e il 38 la cappella di S. Antonio e il battistero nella vecchia parrocchiale di S. Gaudenzio a Varallo.
Assai probabilmente gli altri tre, il Graulo, il Viana e il Cunaccia, devono
ancora essere impegnati nel completamento dell’Inchiodazione stessa. Il contratto prevede che si dia inizio alle fondamenta “et a principio di marzo prossimo
seguente”si prosegua l’impresa.
L’impressione è che ci sia il desiderio di affrettare i lavori, di realizzare la
struttura muraria con celerità. Sebbene la stagione sia già avanzata, il contratto
stabilisce che ancora nell’autunno si dia inizio all’opera, incominciando ovviamente a creare la piattaforma di base, livellando la superficie rocciosa e gettando
anche le fondamenta, per rinviare all’inizio del marzo successivo la piena attività nel cantiere.
Si può quindi dedurre che l’impresa sia stata condotta in gran parte nel 1634
e completata nella prima metà del 35.
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