Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 555

accede, seguendo la successione dei fatti evangelici, percorrendo il tratto di loggia che fiancheggia verso nord, cioè verso la Piazza Maggiore, la stessa cappella della Morte di Gesù. Il soggetto della Deposizione dalla croce è molto diffuso nell’iconografia cristiana fin dal medioevo, particolarmente poi nel Quattro e Cinquecento, ma anche in seguito nell’età barocca. Esso venne reso celebre da tanti capolavori pittorici da Duccio di Boninsegna al Beato Angelico, a Luca Signorelli, al Pontormo, a Rosso fiorentino, a Daniele di Volterra, e altri, ma anche in sculture, da Guido Mazzoni per esempio nel Quattrocento. Non poteva quindi mancare a Varallo la raffigurazione di questo mistero nella sequenza particolarmente attenta degli episodi riguardanti la passione. Già tutte le guide della seconda metà del Cinquecento descrivono la cappella di Gesù tolto di croce, ma in realtà non si tratta dell’episodio di Gesù che viene calato dalla croce, bensì dell’originario, umile sacello di Gesù riposto nel lenzuolo, ossia del gruppo ligneo, oggi detto Pietra dell’unzione, in origine sulla Piazza Maggiore ai piedi del Calvario, ora conservato nella Pinacoteca di Varallo. La Deposizione nelle prime guide del Seicento. La xilografia del Coriolano. All’inizio del Seicento, sotto l’impulso del vescovo Bascapè, le cose cambiano. Nel grande fervore di opere, mentre sorge fra tante difficoltà il Palazzo di Pilato, si pensa anche a vari altri misteri di particolare importanza ancora da raffigurare. La guida di Giovanni Giacomo Ferrari, edita per la prima volta nel 1611, nella parte introduttiva pubblica una “Tavola”, o elenco delle cappelle, “nella quale i Misteri,che non sono ancora fabricati nel Sacro Monte si notano con questo + segno”. Essi sono ben diciassette, tra i quali compare “Gesù è deposto dalla croce, cappella XXXVIIII”. A questa fa seguito “il mistero di Gesù è involto in panni lini con armati, cappella XXXX”, cioè quella esistente già alla fine del quattrocento con il gruppo ligneo di Gesù deposto nel lenzuolo. Nella descrizione poi dei singoli soggetti (essendo stato inserito al numero 4 il Primo sogno di San Giuseppe) tutti i successivi risultano aumentati di un’unità. Così al n. 40, invece che al 39, compare già con anticipo di decenni non solo la cappella di Gesù è deposto dalla croce con tutto il testo devozionale che la riguarda, ma addirittura già con la xilografia illustrante la scena e recante in calce le iniziali dell’autore ITCF, ossia Ioachimus Teodoricus Coriolanus Fecit, come tutte le altre del volumetto, anche se non tutte recano la sigla dell’auto555