nei secoli successivi, ad iniziare dal primo Seicento, tanto da renderla oggi quasi
illeggibile ed irriconoscibile dai normali visitatori.
La nuova redazione e la sua presumibile data
È molto probabile che la prima Cappella del Calvario, o di Gesù che muore
sulla croce, sia stata realizzata in forme così modeste ed essenziali, come si è visto, considerandola sin dall’inizio solo una soluzione temporanea, provvisoria,
in vista di una assai più grandiosa da erigere in un secondo momento.
Se infatti si considera che il Caimi portò dalla Terra Santa le misure, le planimetrie, i rilievi della Grotta di Nazareth, di quella di Betlemme, oltre che di
quella del Santo Sepolcro, viene da pensare che vi abbia portato, a maggiore ragione, anche quella della Cappella del Golgota, contenuta all’interno della Basilica del Santo Sepolcro, per ripeterla, per riprodurla il più fedelmente possibile
anche a Varallo, trattandosi del luogo più sacro della cristianità per esser quello
della morte del Redentore.
A Varallo la stessa collocazione della cappella nel contesto della zona del Sacro Monte che si richiama alla città di Gerusalemme ed in particolare ai siti o alle
cappelle più venerate all’interno della Basilica del Santo Sepolcro, ne rafforzano
l’ipotesi. Questi luoghi, o misteri, erano, come ho potuto dimostrare fin dal
1976, nel Sacro Monte delle origini, realizzato secondo i piani del Padre Caimi,
oltre al Santo Sepolcro con la vicina cisterna, la Cappella subtus Crucem, o della
Pietra dell’unzione (ora della Pietà), quella del Monte Calvario, quella dell’Apparizione di Gesù alla Maddalena, o Noli me tangere, non più esistente, e la
Cappella dell’Apparizione di Gesù risorto alla Madre, pure scomparsa. La Cappella del Calvario poi, come si è già detto, situata sulla roccia, risultava elevata di
diciotto scalini sopra il livello degli altri misteri, come quella di Gerusalemme,
che pure si trova a diciotto scalini sul livello del pavimento della Basilica. E tutti
questi misteri erano dislocati, anche qui a Varallo, seguendo rigorosamente la
disposizione planimetrica che hanno entro la Basilica di Gerusalemme: “pari distantia, pari structura” come scrisse il Gran Cancelliere Morone nel 1507 all’umanista Lancino Curzio.
Che anche la nuova Cappella del Golgota si rifaccia poi sostanzialmente, almeno come schema generale, a quella gerosolimitana, è un’osservazione molto
acuta, solo recentemente messa in evidenza da Guido Gentile. Si tratta dunque
dell’ultimo edificio, dell’ultimo mistero, in ordine cronologico, che si rifà ai
disegni, ai piani, agli appunti riportati dal fondatore dalla Terra Santa. Proprio
per questo bisogna pensare che la realizzazione della grandiosa cappella gaudenziana del Calvario non debba essere avvenuta molto dopo la pubblicazione della
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