quando quella cappella era ancora al di là da venire e stavano solo sorgendo le
prime tre citate nell’atto di donazione del 14 aprile 1493.
È comunque evidente che questi affreschi sono da collocare quasi certamente
verso gli estremi anni del secolo XV o al massimo nei primi del successivo. Con
tale criterio, considerando che la cappella del Calvario riveste una preminenza
indiscutibile rispetto al Sepolcro della Madonna, per di più quasi del tutto assente nella devozione del mondo occidentale di quell’epoca, viene da ritenere
che la Crocefissione debba precedere nel tempo il Sepolcro della Vergine e possa
venir collocata cronologicamente attorno al 1495-96.
Molto verosimilmente dunque la prima redazione della cappella del Calvario
deve situarsi subito dopo la costruzione della “Chiesa Vecchia”, nello stesso periodo in cui è presumibile che stessero sorgendo anche le due Grotte di Nazaret
di Betlemme, subito prima che si desse avvio alla realizzazione del Sepolcro della
Madonna della grandiosa ed impegnativa cappella del Cenacolo.
La probabile struttura della cappella originaria
È certo che il mistero raffigurante la morte di Gesù in croce, nella sua prima
realizzazione doveva esser stato concepito di dimensioni notevolmente inferiori
rispetto a quelle dell’attuale cappella gaudenziana. Doveva trattarsi di un edificio assai modesto, quasi certamente addirittura inferiore ad un quarto dell’imponente costruzione che oggi ammiriamo, in totale sintonia con le altre umili
stazioni, o cappellette dell’originaria Nuova Gerusalemme varallese, priva della
monumentalità che avrebbe contraddistinto le opere architettoniche realizzate
nelle epoche successive, proprio ad iniziare dalla seconda e definitiva cappella
del Calvario, creata da Gaudenzio.
Era uno degli umili e devoti sacelli che tanto impressionarono il Gran Cancelliere del Ducato di Milano, Gerolamo Morone quando nel 1507 si recò a
Varallo, inviato per far pace con i delegati del Duca di Savoia nella controversia
sul confine tra i due stati, come egli stesso mette in evidenza nella sua lettera
all’umanista Lancino Curzio.
È impossibile riconoscere oggi quale area occupasse dell’attuale edificio gaudenziano la cappella originaria. Probabilmente doveva sorgere nella parte più arretrata, dove campeggiano i gruppi statuari, per permettere ai numerosi pellegrini
di usufruire di uno spazio antistante di una certa ampiezza per soffermarsi a
pregare e meditare, così come farà pure, o addirittura manterrà il Ferrari, con la
vasta area vuota nella parte anteriore della sua cappella.
Ma se il primitivo edificio sacro sorgesse sull’angolo sud-est, o nord-est, o a
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