Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 505

quando quella cappella era ancora al di là da venire e stavano solo sorgendo le prime tre citate nell’atto di donazione del 14 aprile 1493. È comunque evidente che questi affreschi sono da collocare quasi certamente verso gli estremi anni del secolo XV o al massimo nei primi del successivo. Con tale criterio, considerando che la cappella del Calvario riveste una preminenza indiscutibile rispetto al Sepolcro della Madonna, per di più quasi del tutto assente nella devozione del mondo occidentale di quell’epoca, viene da ritenere che la Crocefissione debba precedere nel tempo il Sepolcro della Vergine e possa venir collocata cronologicamente attorno al 1495-96. Molto verosimilmente dunque la prima redazione della cappella del Calvario deve situarsi subito dopo la costruzione della “Chiesa Vecchia”, nello stesso periodo in cui è presumibile che stessero sorgendo anche le due Grotte di Nazaret di Betlemme, subito prima che si desse avvio alla realizzazione del Sepolcro della Madonna della grandiosa ed impegnativa cappella del Cenacolo. La probabile struttura della cappella originaria È certo che il mistero raffigurante la morte di Gesù in croce, nella sua prima realizzazione doveva esser stato concepito di dimensioni notevolmente inferiori rispetto a quelle dell’attuale cappella gaudenziana. Doveva trattarsi di un edificio assai modesto, quasi certamente addirittura inferiore ad un quarto dell’imponente costruzione che oggi ammiriamo, in totale sintonia con le altre umili stazioni, o cappellette dell’originaria Nuova Gerusalemme varallese, priva della monumentalità che avrebbe contraddistinto le opere architettoniche realizzate nelle epoche successive, proprio ad iniziare dalla seconda e definitiva cappella del Calvario, creata da Gaudenzio. Era uno degli umili e devoti sacelli che tanto impressionarono il Gran Cancelliere del Ducato di Milano, Gerolamo Morone quando nel 1507 si recò a Varallo, inviato per far pace con i delegati del Duca di Savoia nella controversia sul confine tra i due stati, come egli stesso mette in evidenza nella sua lettera all’umanista Lancino Curzio. È impossibile riconoscere oggi quale area occupasse dell’attuale edificio gaudenziano la cappella originaria. Probabilmente doveva sorgere nella parte più arretrata, dove campeggiano i gruppi statuari, per permettere ai numerosi pellegrini di usufruire di uno spazio antistante di una certa ampiezza per soffermarsi a pregare e meditare, così come farà pure, o addirittura manterrà il Ferrari, con la vasta area vuota nella parte anteriore della sua cappella. Ma se il primitivo edificio sacro sorgesse sull’angolo sud-est, o nord-est, o a 505