bottega, prima che il maestro passasse verso il 1513-14 appunto, alla scultura in
terracotta.
Ma proprio l’esser costituite solo da manichini, deve aver reso più facile la
loro dispersione, anzi la loro scomparsa, quando venne eretta la nuova cappella.
Per la parte pittorica, se, come penso, Gaudenzio è intervenuto nella realizzazione dell’architettura e nell’esecuzione delle figure, pare ovvio che abbia
compiuto anche gli affreschi, purtroppo perduti nelle successive trasformazioni
dell’edificio.
E non mi stupirei che questa scena, risalente ai primi anni dell’attività del
maestro, sia stata tenuta presente da lui quando, anni dopo, a Vercelli gli venne commissionato un dipinto di analogo soggetto, e poi ancora quando verso
il 1539-40 dipinse la grande pala per il santuario della SS. Pietà di Cannobio,
arditamente impostata nella sua visione frontale, ma anche qui con Gesù caduto sotto la croce e la Madonna svenuta e soccorsa dalle pie donne e da S.
Giovanni.
Le vicende della cappella fino all’epoca del vescovo Bescapè
Il mistero di Gesù che porta la croce o Salita al Calvario, realizzato tra il 1501
ed il 1510 circa (già descritto nella guida dell’inizio del 1514), non fece più
parlare di sé per circa sessantanni, mentre invece quello della Cattura, situato
alle sue spalle nello stesso edificio, verso il 1540 traslocava, come già detto, sulla
spianata centrale del Monte, lasciando così libero quel vano, che sarebbe poi
stato occupato da una prima redazione del Cristo nel deserto o Tentazione
È solo attorno al 1567-68 che nel piano generale di ristrutturazione del Sacro
Monte, sviluppato nel «Libro dei Misteri», l’Alessi progetta di collocare il
Battesimo nella “chiesa negra”.
Spiega, infatti: “Et camminando tuttavia verso ponente si verrà a incontrare
con una chiesa che oggi si dice la Chiesa negra dove è ora il mistero di Gesù che porta
la croce, il quale per non interrompere l’ordine delle cose che seguono andrà posto in
altro luogo, come più oltre si dirà, et qui si dimostrerà il Battesimo di nostro Signore et il glorioso S. Giovanni spargere sopra la testa di esso l’acqua...”.
Ciò è confermato dalla planimetria generale del Monte e dalle tavole illustranti la cappella nello stesso Libro dei Misteri, con la variante e gli abbellimenti proposti dall’architetto per adattare l’edificio alle nuove esigenze.
Vi si stabilisce inoltre di trasferire l’episodio di Gesù che porta la croce in un
altro tempietto da erigere dietro al Monte Calvario, vicino alla Chiesa Vecchia
(attuale Albergo del Pellegrino), come ben si vede nella planimetria generale
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