verso il Sepolcro della Madonna (tuttora esistente), fiancheggiata dalle due tombe di Gioacchino ed Anna, abbattute negli anni trenta del nostro secolo per predisporre l’accesso alla teleferica. Era quindi logico che per collegare i vari misteri
del Palazzo di Pilato con quelli del Calvario, si dovesse creare una specie di viadotto che scavalcasse la strada in forte pendenza verso il Sepolcro della Vergine e
raggiungesse la casa del Valgrana, arditamente eretta alla metà del Cinquecento
sul precipizio che strapiomba verso l’ospedale e la Madonna delle Grazie.
Le disposizioni vescovili e dei fabbriceri del 21 e 29 novembre 1602 vengono
date agli impresari costruttori, “fabri cementarli” Emiliano de Torotto, figlio
del fu Marco di Varallo ed Antonio de Vercellis, figlio del fu Giovanni, detto
della Chanona della Grampa di Campertogno, abitanti in Varallo. L’atto stabilisce: “Prima siano obbligati detti maestri fabricare a loro spese tutta la strada
del Palazzo di Pilato sino alla cappella nova dove Nostro Signore porta la croce,
con la strada con la quale si discende da detto palazzo sino nella strada a basso, di
dodici scalini, di pietra picata tanto dalla parte di avanti quanto di sopra, larghi
6.8, longhi quanto è larga la strada. Et la muraglia della strada sia nelli luoghi
dove va fabricato capelle o altri edifìci, sia di doppia grossezza...
Dal Palazzo di Pilato sino alla detta capella nova la strada sia murata da una
parte all’altra con muro alto uno spazo.
Che aprino la casa del Valgrana da la parte di detta strada per mettervi dentro
le statue che erano nella cappella vecchia dove Nostro Signore porta la croce.
Il tutto deve essere eseguito “conforme al dissegno fatto da messer Domenico
Alfano pei’ loro visto et considerato...”.
A conclusione dell’atto i capomastri “promettono dar principia alla detta
opera quanto prima et condurla a perfettione quanto più presto sia possibile’’.
È interessante osservare che le disposizioni del Vescovo e dei fabbriceri, secondo i piani dell’Alfano, stabilivano di ricavare nella casa del Valgrana “un
misterio che mostra l’atto de’ Giudei di prendere il Salvatore et ivi porgi la croce”, cioè dell’Imposizione della croce, come è scritto in un primo momento, puntualizzato poi un po’ più avanti col sistemarvi “le statue che erano nella cappella
vecchia dove Nostro Signore porta la croce, cioè nella “Chiesa Nera”.
Segno che proprio in quel periodo l’antico mistero era stato tolto dalla sua
sede originaria, in cui verrà sostituito dall’attuale Tentazione. Rimanevano così
da sistemare da qualche parte le sue statue lignee. Ma la proposta di collocarle
nella casa del Valgrana rimarrà solo sulla carta e le vecchie statue andranno disperse.
La casa del Valgrana avrebbe dovuto così venir attraversata per tutta la sua
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Cappella - 35 - La Loggia