Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 17

quella del Bordiga per la prima monografia su Gaudenzio (1821) che riproduce il ritratto milanese del Lanino, ripresa a sua volta ripetutamente come modello fino ai nostri giorni. Ma è soprattutto nella scultura che l’iconografia gaudenziana ottocentesca ebbe la maggior diffusione con: la medaglia coniata a Milano nel 1825, il busto sulla facciata della casa dell’artista a Varallo (1839), il medaglione del Girola nel portico nuovo del Mercato a Novara (1840-52), Il busto dell’Albertoni (1845) per l’Istituto Tecnico di Varallo e quello per il Salone della Società d’Incoraggiamento, il busto nel palazzo del Campidoglio a Roma, opera del Bisetti di Maggiora (1856), il già ricordato monumento di Giuseppe Argenti per la piazza di Valduggia (1866), il monumento del Della Vedova a Varallo (1874), la sua replica in una nicchia della bella casa del Della Vedova in corso Matteotti a Torino. A questi si aggiunga nel nostro secolo l’erma eretta nel 1972 nei giardini di S. Andrea a Vercelli. In un contesto così sorprendentemente ricco il nostro monumento sul Sacro Monte campeggia insieme agli altri due di Valduggia e di Varallo. E sebbene non possa competere con quest’ultimo per l’alto livello di ispirazione ed il sottile fascino poetico che lo anima, ma rimanga sul piano di una schietta e robusta prosa, si qualifica però per dignità severa e corretta e per la sua imponenza come un omaggio veramente munifico per onorare la personalità artistica di Gaudenzio. • 17