Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 13

Le statue Padre Bernardino Caimi e Gaudenzio Ferrari Appena oltrepassata la monumentale Porta Maggiore, prima opera varallese di Galeazzo Alessi, si entra nell’area sacra della Nuova Gerusalemme che subito af­fascina per l’atmosfera profondamente mistica e suggestiva. Non si tratta di un qualunque parco pubblico, sia pur notevole per antichità e bellezza, né tanto meno di un luogo per svago e scampagnate, ma di un recinto sacro, di un vero e proprio spazio sacro in cui si rivivono i misteri della vita e della passione di Cristo. L’insieme è veramente superbo, come quello di un incantato giardino del Cin­ quecento, per la presenza dei grandi alberi secolari e per la solenne architettura della prima cappella che compare di fronte, quasi fiancheggiata e più intimamente legata alla Porta Maggiore dalle due imponenti statue del Padre Bernardino Caimi a destra e di Gaudenzio Ferrari a sinistra (quest’ultima fortunatamente cela, almeno in parte, la visione tutt’altro che decorosa e adatta all’ambiente della vasta tettoia che si scorge sulla sinistra), come a formare un’ideale, raccolta piaz­zetta. Così le due statue, collocate su grandi piedistalli di granito e maggiori del vero, poste quasi a premessa di tutto il «gr an teatro montano”, assumono un alto valore emblematico ed esaltante l’una la fede ed il coraggio del fondatore dell’eccezio­nale impresa del Sacro Monte, l’altra la genialità e la grandiosità di concezione dell’artista che seppe creare con irripetibile efficacia i maggiori capolavori di tutto il complesso. L’erezione dei due monumenti, ora bi­sognosi di urgenti restauri, risale al 186667 ed è dovuta alla munificenza del con­te Benedetto Carelli di Rocca Castello, uno dei più insigni benefattori del Sacro Monte, per altro mai ricordato tra essi. Nato da una delle più distinte famiglie varallesi, il Carelli (1172-1852), notaio e causidico stimatissimo, fu uno degli ultimi Reggenti della Valsesia nel 1815 e rifor­matore degli Studi nel 1837. Per i suoi meriti Carlo Felice lo insignì del titolo di conte nel 1826 e nel 1837 Carlo Alberto gli concesse il predicato di Rocca Castello; il Carelli fu inoltre commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro e consigliere di S. Maestà. 13