SMART LAND SUD EST MILANO SMART LAND SUD EST MILANO - FASE 1 | Page 92

92 Per quanto riguarda l’assetto e le dimensioni dei progetti utili a generare finanziamenti il consiglio è di disaggregare i progetti, strutturandoli in dimensioni ridotte ma senza perdere di vista la visione d’insieme perché ogni sotto- progetto può intercettare opportunità di finanziamento diverso Smart Land Sud Est Milano - Fase 1 come Enea o da altri che posso- no interagire con soggetti territo- riali. Ovviamente abbiamo anche i programmi comunitari, quindi sarà bene prepararsi a Horizon Euro- pe, e iniziative internazionali come Mission Innovation a cui partecipa anche l’Italia con l’obiettivo di rad- doppiare la spesa pubblica per ri- cerca e innovazione entro il 2021. Non dimenticherei il Fondo Juncker che non è dedicato solo all’energia, anche se non sappiamo se la nuo- va Commissione lo replicherà; però ricordo che ha già finanziato mol- te iniziative soprattutto a favore di PMI; per finire con fondi strutturali che hanno registrato stanziamenti per circa 50 miliardi.” La riflessione a valle di questa di- samina è quindi andata sull’asset- to, sulle dimensioni dei progetti utili a generare finanziamenti. Che poi rimane il nodo centrale della que- stione: la visione, la co-progetta- zione, massa critica da strutturare attraverso una messa in rete di soggetti può creare le condizioni per ottenere risorse economiche. “Si, è sempre il progetto a guidare ogni tipo di iniziativa; idee e cultura stanno sempre alla base; il con- siglio semmai, è di disaggregare i progetti, strutturandoli di dimen- sioni ridotte ma senza perdere di vista la visione d’insieme. Anche perché ogni sotto-progetto può intercettare opportunità di finan- ziamento diverso, e si potrebbe parlare di capacità ingegneristica nel montare iniziative “chirurgiche” con una visione d’insieme. Ci sono molte tecnologie low carbon che potranno avere un impatto decisi- vo sui territori e transiteranno sugli enti pubblici nazionali, sulle città e sui distretti urbani. Il piano energia e clima necessita di una pianifica- zione di sviluppo urbano sosteni- bile per raggiungere gli obiettivi del 30% di rinnovabili e del 43% di efficienza energetica; senza il coinvolgimento attivo dei territori e dei consumatori finali non saranno traguardi perseguibili. Nel piano triennale della Ricerca di Sistema Elettrico il Mise ha proposto il rilan- cio dei Local Energy District; noi pensiamo che un’elettrificazione spinta degli usi finali sia la chiave giusta per portare il Paese verso un futuro energetico di transizio- ne dalle fonti fossili alle FER, fino all’implementazione della mobilità elettrica. E pensiamo che i territori, gli enti locali possano fare molto in questa prospettiva insieme alle uti- lity e ai fornitori di energia.” Un futuro che passa anche da una digitalizzazione, blockchain, IoT e dall’idea del Mise stesso di una piattaforma nazionale per le smart city in grado di dialogare con tutte le iniziative sul territorio. Un progetto in costruzione su cui si sta concentrando anche Enea e che vede la collaborazione – nella cabina di regia – di Energia Media.