Ieri sera, dopo una lunga sfida online
a Street Fighter X Tekken, ho visto il
film 21, diretto da Robert Luketic e
basato su una storia vera. La pellicola
narra le gesta di Ben, studente prodigio
del MIT, coinvolto dal suo professore
Mickey Rosa in un club segreto di
Black Jack. Scopo del gruppo di giovani
e lucide menti è quello di arricchirsi
rapidamente tramite la conta delle carte
ed il rapido calcolo matematico delle
probabilità di successo.
esista ancora la possibilità di giocare
veramente d’azzardo tramite Xbox Live
e PlayStation Network.
e business planetario è proprio la
componente psicologica. Eliminata
quella hai ammazzato il gioco.
Il boom del gioco d’azzardo sul web ha
contribuito ad allargare enormemente
il potenziale bacino d’utenza alla quale
potrebbero rivolgersi Microsoft e
Sony. Eppure, nonostante i videogames
strizzino sempre più spesso l’occhio al
gioco d’azzardo, questo grande passo
non si è ancora compiuto.
L’empatia che si crea tra spettatore e
protagonista è palpabile e concreta
e mi ha indotto ad una particolare
riflessione: se paragoniamo videogame
e gioco d’azzardo notiamo che le
peculiarità che li accomunano sono
di gran lunga superiori ai punti che li
separano! Sto parlando di competizione
e adrenalina, di frustrazione davanti
ad una sconfitta o euforia derivante da
un inaspettato successo. Mi riferisco
anche allo studio psicologico del proprio
avversario e all’utile controllo delle
proprie emozioni. E così, banalmente,
mi sono domandato come mai non
Di recente ho ripreso a giocare a Red
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