SeaCastle Magazine SeacastleMagazine n.2 agosto 2017 | Page 25

ENOGASTRONOMIA / FOOD & WINE Più km zero nei menu di Piero Rotolo T anti i ristoranti che hanno aperto i battenti a Castellammare del Golfo negli ultimi anni. C’è l’imbarazzo della scelta tra trattorie, pizzerie, fast food e bar per tutte le tasche. E’ migliorata negli anni anche la qualità della ristorazione, il modo di presentare i piatti, il servizio (non sempre!) e i vini proposti, grazie alla presenza di una clientela molto più esigente che nel passato. Adesso occorre potenziare il km zero nella scelta della materia prima. In ogni piatto proposto si comunica il proprio territorio, con le sue tipicità e i suoi prodotti ed è ciò che i turisti vogliono assaporare. Per questo diventa fondamentale la predisposizione del menu, che privilegi i piatti tradizionali, anche se rivisitati, utilizzando i prodotti a km zero indiscutibilmente genuini. Una formula originale che può offrire interessanti opportunità di successo, perché i prodotti a km zero provengono dalla cosiddetta “filiera corta”, cioè dal territorio circostante e sono di qualità, rispettano la stagionalità e il legame con la tradizione agraria e culinaria della zona. Allora è bene che gli chef escano dalle cucine e vadano nei mercati, negli “scari”, dove giornalmente arrivano i prodotti della terra appena raccolti, perché se viene meno il legame con il territorio, si percorre la strada dell’omologazione. Un esempio per tutti. In questo periodo i banchi del mercato sono pieni di tenerumi e zucchine a prezzi vantaggiosi, eppure solo pochissimi ristoranti offrono piatti a base di questi prodotti. Come è possibile? Altra considerazione. Castellammare è un paese di mare, ma la cucina tradizionale del territorio non è solo marinara, anzi l’uso della carne si ritrova in molte ricette tipiche. Inspiegabilmente la maggior parte della ristorazione propone il pesce come alimento principale e i pochi che presentano la carne, utilizzano ricette che nulla hanno a che fare con la tradizione culinaria del territorio. Ultima nota dolente: la lista dei vini. Scegliere i vini non è semplice, soprattutto se non si conosce il vino. Ma considerato che la provincia di Trapani è la più vitata d’Europa, i ristoratori, oltre che consigliare, dovrebbero privilegiare il territorio. Basta poco per un ulteriore salto di qualità! L ots of restaurants have opened in the last years and as a consequence this has also improved the quality of feeding, the way to produce the dishes, the service and the list of wines. Now it is important to increase the zero km system in choosing staples. In every proposed dish chefs advertise the territory, with its peculiarities and products and this is what tourists want to taste. Accordingly, it is of primary importance a menu which favours the traditional dishes, uses the genuine zero km products from the surroundings and respects the seasonal nature and the traditional agriculture and gastronomy of the area. Nowadays, for instance, the vegetable markets are filled with “tenerumi” (the tender shoots of marrow) and marrows at a very low price, and yet, very few restaurants offer dishes based on these products. Castellammare is a sea city, but the traditional cuisine of the area is not only sea cooking, on the contrary, meat is used in a lot of typical recipes. Unluckily most of the restaurants propose fish as main dish and the few who use meat propose recipes which don’t reflect the cooking tradition of the territory. Finally the wine list. It is not really easy to choose the proper wine especially if you don’t know it. But if we consider that the Province of Trapani is the area with the most intensive cultivation of grapevine in Europe, the restaurant owners, besides advising, should also privilege the territory. S ea C astle M agazine 25