Il ladro di Storie
di andrea Giusto
Il ladro di storie partì alla grande. La casa editrice organizzò
un evento per presentare il romanzo alla stampa, seguito da
un generoso buffet a base di vino bianco e tartine al caviale.
Io e pochi altri, tutti redattori e giornalisti amici di Megan, ci
eravamo appartati per conto nostro mentre lei posava per i
fotografi.
- Questo è niente. Aspetta che partano con il battage pubblicitario e le tournée nelle librerie. - affermò Louis.
Anne addentò una tartina, mi rivolse uno sguardo obliquo e
disse: - Vedessi il suo profilo web. L’editore sta investendo
molto su di lei. - Perché no? - ribattei, infastidito da quell’occhiata. Sapevo
a cosa puntava quella invidiosa: voleva farmi ingelosire davanti a tutti. Feci finta di niente e dissi: - Megan vende milioni di copie. È il nuovo fenomeno editoriale. - Tutti noi apprezziamo Megan, - intervenne Lucas, per
sdrammatizzare - anche Paul sarebbe d’accordo, se fosse
qui. Louis scosse la testa. - Che storia assurda! Sparire così, prima della firma del contratto per il suo romanzo d’esordio.
Era davvero un giovane promettente. - Megan lo amava moltissimo, vero? - continuò Anne.
Per un istante pensai di strozzarla, ma Lucas la salvò per la
seconda volta: - La polizia brancola nel buio… cioè, nessuno
sa davvero cosa sia accaduto. Forse ha avuto un incidente,
forse voleva sparire. Alcuni reagiscono male al successo. Sapete come sono, gli scrittori… - Ma perché? - domandai, cogliendo l’opportunità di insi-
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