SB Storie Bizzarre SB N9 | Page 64

un’ottima giornalista!( ride) Allora, ti va di parlarmi di tuo padre? Z. Mi domandavo quando ti saresti deciso, ragazzo mio. Tutto FLOWER OF THE ABYSS parla in qualche modo di lui. Di come abbia preteso tanto da me e dalle mie sorelle, portandoci via l’infanzia. Di tutto quello che, partendo da lui, ha condizionato la mia vita. Mi ci sono voluti dieci anni di silenzio, e attendere che finisse la causa contro mio padre per escluderlo dalle royalties sui vecchi dischi delle Flowers, per far tornare a galla tutto quello che era successo e ordinarlo in una nuova prospettiva per poi farne musica. Ho rievocato a lungo il mio dolore anche attraverso la meditazione, per ridiventarne consapevole come mai prima. Non pensare a fesserie hippie alla Maharashi, non c’entra niente quella “Fuckshit Self Maded Religion”! Non ho tentato di mettere assieme un po’ di meditazione fai–da–te per scappare dal dolore. L’ho fatto risalire per capirlo, a costo di soffrire di nuovo! Ed è successo! Ma, come quando dal terreno brullo nasce qualcosa di bello e delicato, ho sentito dopo tanto tempo che avevo trovato qualcosa di fresco. Non sentivo più zavorre dentro di me! Non mi serviva più cantare e scrivere per sfogare ed esorcizzare. Ora che avevo affrontato i miei mostri faccia a faccia, ero libera da ogni vincolo, a cominciare da quello per cui nel rock sei un vincente, o sei autorizzato a usare le chitarre e i distorsori, solo se racconti il dolore e la ribellione! Quando sei giovane cerchi “il grande romanzo dell’esistenza”, vuoi raccontare delle forze contrastanti che scatenano la vita e tra le quali vuoi emergere per trovare te stesso. Non è il risultato, ma la tensione che ti fa compiere il percorso, quella che conta quando sei giovane. E sei riesci a raccontarla, e sei onesto, 64