Z. Possibile. Se c’è stato era sicuramente la colpa di non riuscire a sentire oltre il mio dolore. Più che “turismo”, si è trattato
di riguadagnare la giusta prospettiva.
R.S. Arrivando fin laggiù!? E chi non se l’è potuto permettere, ma ha riguadagnato la sua prospettiva restando lì dov’era? Penso per esempio a Tina Turner
Z. Non posso parlare per Tina, la conosco poco. Ma conosco
me stessa abbastanza, da sapere che, allora, il “mio posto” era
lì e non altrove.
R.S. Alcuni tuoi colleghi, come Peter Gabriel, Paul Simon,
Bob Geldof, e Bono, fanno trasparire questa stessa linea
di pensiero rispetto all’Africa ed al loro lavoro di “star
che usano i propri privilegi per fare da eco agli ultimi”.
Che cosa ne pensi?
Z. Che oggi la beneficenza ha bisogno di parole nuove, come
“sviluppo sostenibile dal basso”, “new global”. Ma, per essere
sdoganata bene, soprattutto verso i giovani, che oggi subiscono troppe distrazioni e perdono interesse a qualunque cosa
dopo cinque minuti, che profeta è stato Andy Warhool!, servono anche nuovi messia. Solo che oggi, invece del saio, si indossano …
R.S. … Un paio di occhiali da sole colorati e anfibi per
sembrare un po’ più alti?
Z. Ahahah!!! Si, più o meno! Sai? È solo che qualche mio amico
… Non farò nomi, ma diciamo solo che qualche mio amico, che
parla ai microfoni dell’O.N.U. con la stessa disinvoltura con cui
canta negli stadi, dovrebbe semplicemente fare una scelta: o
spogliarsi come San Francesco e seguire le proprie parole di
indignazione e speranza, o restare con i suoi palchi, megaschermi e gli occhiali da sole colorati, continuando semplicemente a presiedere riunioni di marketing per le stesse azien61