melliflua, come in Fallin’ Angel, la ballata di successo scritta
per lei anni fa da Linda Perry (“Cadi, lasciati cadere e saprai
il peso della tua leggerezza, angelo/ e quando sarai assente
saprò dove cercarti.”). I suoi capelli color oro sembrano freschi di arricciatrice, anche se, chi è stato adolescente quando
lo sono stato io, ricorda ancora e non senza malizia, la lunga chioma fluente che le vestiva seni e pube sulla copertina
dell’inequivocabile TREASURE INSIDE FLESH.
Subito stravolge i ruoli, sorprendendomi con una domanda
Z. Sorpresi e? Vi aspettavate il solito fottuto fac simile dell’Hotel Hilton? Magari semidistrutto perché c’ho guidato dentro
con un’ Harley?(ride di gusto)
Tosta! Mi tocca giocare come lei, altrimenti mi fregherà
R.S. Sorpresi? Bé, sollevati
Z. Da cosa?
R.S. Dall’averci chiarito che tu non sei Pete Doherty
Z. Ottima! Uno a zero per te, amico!( ride forte)
Forse il ghiaccio è già rotto. Provo con garbo ad incalzare
R.S. Allora, di solito con “L’artista del momento”, si parte dal momento. Io invece avevo in mente di fare le cose
con ordine
Z. Spara. Ma non garantisco di non portarti fuori strada …
R.S. Bé, un po’ ci spero. Iniziando dalla “Strada Maestra”,
qual è il tuo ricordo più vivido degli anni con le Flowers?
Z. Domandina da niente! Mi stai praticamente chiedendo della mia infanzia!
Porta indietro con le dita un ciuffo di ricci che pendeva peccaminosamente sopra l’occhio destro e col broncio irresisti-
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