tour multimilionario, sarebbe come tornare indietro nel
tempo e impedire a Woodward e Wolfovitz di indagare su
Nixon e sul caso Watergate. Impensabile!
Quando “Miss Scalpo Biondo” (come il Times la soprannominò dopo la storica tirata di capelli a Madonna - Chi, miss
Ciccone? Buah, una sogliola spacciata per branzino! - ai Grammy Awards di tre anni fa) infila la porta della nostra saletta,
mi sembra proprio la Zaira degli ultimi scatti. Quella immortalata nel bianco e nero marmoreo ma vivissimo di Anton
Corbjn, il celebre fotografo olandese, da sempre a lavoro con
Depeche Mode e U2. Porta strass e chiffon con richiami azzurri che ne risaltano i tratti e l’incarnato decisamente nordico. Il tutto sopra jeans volutamente logori e scampanati
che evidenziano una forma invidiabile per tutte le fissate del
pilates! I piedi nudi, ovviamente. La vedo, in tutto il suo metro e ottanta di quella statuaria vulnerabilità che maschera
un leone, pronto a scatenarsi ogni sera sul palco. La vedo e
penso che la vera bellezza sia la capacità di armonizzare l’inconciliabile. Ne ho conosciuti di rockers ispirati, ma capaci
di essere al contempo glamour e vintage senza venire eclissati dal proprio look, bé …
E mentre rischio l’infatuazione da fan delle prime file, ripasso mentalmente le domande, cercando di non essere precipitoso e di tenere il piatto forte per il finale.
Farle abbassare la guardia e, al momento buono, bhàm! Dritti alla giugulare, come direbbe Bono.
Si accoccola sul divano di fronte a noi, come una gatta affusolata e sonnacchiosa. La voce calda e ingannevolmente
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