deva una mano verso la pistola. - avrei voluto salvarti la vita.
Avrei voluto che tu fuggissi e non scoprissi nulla. Le ripercussioni del tuo gesto saranno decifrate e spero di riuscire a
risolverle. Di certo non saranno nulla a confronto della morte definitiva del Führer. Fabian avrebbe voluto rispondere, ma quando tentò di articolare le parole sentì il fiato uscirgli dal foro che aveva in
gola e i polmoni riempirsi di liquido. Stava morendo, e il primo pensiero che gli venne in mente fu che oggi non era riuscito a fumarsi nemmeno una dannata sigaretta.
Karl pose due dita sulla pistola e fece una lieve pressione
per spostarla.
Fabian Von Spee avrebbe potuto sparare, esplodere un ultimo colpo e uccidere l’orologiaio con le sue ultime forze. Ma
non era più convinto che fosse davvero la scelta giusta. Poteva fidarsi di un pazzo? Forse era lui ad essere impazzito.
Vide la canna della pistola venire spostata dalla traiettoria
iniziale, poi le dita gli si aprirono in uno spasmo incontrollato. Sorrise al pensiero beffardo che fosse lo stesso movimento visto fare dal Führer nella sua agonia. Chiuse gli occhi e si
lasciò cullare dall’ombra gelida della morte.
Karl accompagnò con gentilezza il movimento in caduta del
corpo di Fabian.
Si girò verso Füller: anche lui era morto, preso in pieno petto.
- Caro Füller, - disse con aria sornione - ti avevo detto che era
meglio non sapere nulla sulla tua morte. Purtroppo anche il
tuo destino era segnato. E questo potrebbe essere un bene. Forse gli eventi temporali non sarebbero stati alterati trop-
49