volto. Non mi sono documentato a sufficienza su Von Spee
per sapere le possibili evoluzioni del suo intervento. Devo
riconoscere che avrei dovuto approfondire la ricerca... in effetti il nome mi aveva incuriosito. -
- Se era sua intenzione che fuggissi può sempre lasciarmi
andare adesso. - disse Fabian in un disperato tentativo di
salvare la pelle. - Non so chi sia lei veramente o cosa debba
fare. A dire il vero non so proprio nulla. - Al momento lo portiamo con noi. - decise l’orologiaio ignorando quell’ultimo intervento del capitano. Si portò il pollice e l’indice al mento, pensieroso. - Fabian Von Spee... questo
nome mi ricorda qualcuno che forse dovrei conoscere. Ma di
certo non deve morire. Non oggi. - Nemmeno Kurtz avrebbe dovuto morire. - lo provocò Füller. - Aveva detto che non c’era pericolo per noi. - È proprio questo il punto. - precisò l’orologiaio. - Basta così
poco per far mutare gli eventi. Come una sigaretta. L’equilibrio del tempo è precario… e Kurtz sarebbe morto comunque entro sera, te lo posso assicurare. - Come fa a saperlo? - chiese Füller preoccupato. - Vuol dire
che anch’io… - No, non ti preoccupare di questo. - Lo guardò diritto negli
occhi, con quell’aria sorniona e indecifrabile. - E comunque
il più delle volte è meglio non sapere. Fidati di me. -
- Qualcuno ce l’ha una sigaretta? - chiese Fabian. La testa gli
faceva male ancora più di prima.
- Mi dispiace, capitano. - rispose l’orologiaio con un sorriso.
- Non fumo. -
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