- diciassette : ) - Ah! - E tu? - trentatre. - Caspita! Dev’essere duro imparare queste cose alla tua età. - Il problema non è imparare ma ricordare. - Confessai.
- Già! - Beh, se vuoi possiamo farci una Pepsi. - Io vivo qui. - Rispose Eric dopo una pausa.
Si aprì l’immagine della Sixìeme: una bella zona, non lontano
dal centro di Parigi.
- Ci troviamo in qualche bar dalle tue parti? - No, niente bar. Questa è casa mia: suona da Hammel. Sul monitor apparve la foto dello stabile, con i dati della via e il
numero.
- Così tu saresti l’alunno di mio figlio. - Disse la madre di None_0,
versando il tè.
- Beh, non è mai troppo tardi per imparare. - E dai, mamma, cazzo dici? - Protestò Eric. Era un tipo piuttosto
timido e introverso, ben differente da come l’avevo immaginato,
seguendo i suoi tutorial o chiacchierando in chat.
- Ah, allora sei tu? Non mi aspettavo che fossi così... grosso. Aveva osservato.
Mi aveva dato la mano moscia, con un mezzo sorriso, senza quasi guardarmi in faccia, poi era andato ad appollaiarsi in fondo
al tavolo, senza mai alzare lo sguardo dal pavimento. Non controllava troppo bene il movimento del braccio sinistro: la mano
sfarfallava, sempre più rapida, mentre la madre parlava di lui.
Eric, sebbene non fosse basso di statura, era molto magro, piuttosto palliduccio, con i capelli castani e occhi irrequieti dello
26