Rapporto di Efficienza
di Fabrizio Fangareggi
Il viaggio non è stato confortevole: da Dresda fino ad
Ostrava sopportabile, tramite la ferrovia dei trasporti
logistici, poi ho dovuto prendere un’auto di servizio
per giungere a Auschwitz e tutte le strade, anche
quelle principali adibite usualmente per i rifornimenti,
risultano sconnesse e disagevoli. Mi trovo a percorrere
lande incolte, nell’attesa della meta, ormai prossima ed
agognata a causa di quest’afa settembrina.”
“ 18 settembre 1943
Geert Schäfer staccò la stilografica dal diario che teneva
sulle ginocchia, alzò lo sguardo e stette a fissare i colori
della campagna che cambiavano dal verde al rosso,
mentre il sole tramontava vivido e infuocato all’orizzonte.
Una buca sull’asfalto fece sussultare la macchina e la
stilografica tornò a toccare il foglio, perdendo alcune
gocce d’inchiostro; una piccola macchia scura si allargò
in contorni frastagliati, come se un piccolo sole nero
facesse capolino in quel cielo cartaceo che da anni era il
suo unico e solo compagno di vita.
Geert trattenne un sospiro e con un gesto automatico
ripose la stilografica nella tasca interna della divisa delle
SS, da cui estrasse un portasigarette in argento.
Tirò fuori una sigaretta, la batté un paio di volte sul
diario, poi se la mise in bocca e l’accese con un fiammifero.
Abbassò un poco il finestrino e lasciò che il fumo uscisse,
mentre l’aria calda del tramonto filtrava nell’abitacolo
in un ultimo saluto al giorno morente.
L’autista gli rivolse in quel momento la parola, dopo
ben oltre due ore di viaggio, e lo fece con tono educato e
cordiale: - Alla vostra destra, Hauptsturmführer, si può
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