le unghie nere e affilate come artigli, gli afferrò il collo e lo spinse
all’indietro. Con la forza di un essere soprannaturale strinse la
presa e sollevò il corpo dell’ancora robusto anziano. Questi si
sentì mancare il fiato cercò di reagire dimenando le braccia che
però colpirono solo il vuoto:
- Osi reagire, piccola bestia insignificante!, - disse stringendo
con più forza - dimmi dov’è il mezzorco o porrò presto fine alla
tua insignificante esistenza! -.
- Non so di chi... stai parlando - rispose ansimando l’orco, con le
ultime forze che gli rimanevano.
L’immondo essere parve infuriarsi, nonostante il cappuccio alzato non rivelasse nessun tratto dei suoi lineamenti. Strinse la
presa con forza decisa convinto oramai che quell’umanoide non
gli servisse più. Poco tempo rimaneva prima del sopraggiungere
delle coincidenze astrali e doveva compiere la missione per cui
era stato mandato dal padrone nei territori di Winterdoom, per
questo si sarebbe sbarazzato di ogni ostacolo sul suo cammino.
Mentre era sul punto di terminare ciò che aveva iniziato, s’interruppe. Un rumore di passi vicini impedì che la morte giungesse
sullo sventurato e inerme orco. L’essere si guardò intorno preoccupato, di certo non per timore di chi stava sopraggiungendo
ma perché non poteva ancora rivelare la sua presenza. La missione affidatagli era di vitale importanza e non poteva correre
il rischio di comprometterne l’esito. In pochi istanti prese una
decisione. Accostò il volto, ormai moribondo, dell’orco al suo e
lo fissò con i suoi occhi demoniaci. Questi iniziarono a cambiare colore fino diventare bui come gli abissi del Gargaroth. Un
male sopito da secoli fuoriusciva da quello sguardo e l’orco non
poteva reagire a quell’antica magia del male. La memoria si dileguò dai suoi ricordi recenti ed il nulla dell’oblio prese forma
nella sua mente, ormai vuota della presenza del demone. L’orco
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