tasto e incrociando le braccia, perplesso.
- Forse, Jack. Ma non mi convince. Fanno irruzione nel preciso istante in cui i tecnomostri stanno
per prendere il sopravvento, falciando gli ultimi superstiti che
cercano riparo tra le pagine ingiallite. La grande storia madre,
il ventre cartaceo che li ha partoriti, ora vibra con maggiore intensità. Alcuni tomi si aprono di scatto, facendone cadere altri.
Tutti indistintamente spalancano le pagine e rigurgitano creature. Migliaia di creature. Per ogni singolo personaggio dei libri
caduto in battaglia o fuggiasco, tre cloni agguerriti piombano
giù dalle mensole, schiumando bava e con gli occhi iniettati di
sangue. Ogni copia differisce dall’altra. I tre Beowulf che sguainano lunghe lame d’acciaio per piombare di sotto hanno facce,
colore dell’iride e della pelle diversi; uno di essi è pelato, un altro
sfoggia una enorme cicatrice al posto dell’occhio destro. Eppure,
tutti sono Beowulf. Tre copie. Per ogni singolo protagonista, antagonista, personaggio minore o semplice comparsa. Tre copie.
Gli scaffali sono un torrente in piena, uno sciame di migliaia di
cavallette nere che ingurgita ogni cosa al suo passaggio. Tom fa
in tempo solo a vedere la massa scura riversarsi sui pochi soldati elettrici, dirigersi inesorabile verso il computer e la radio che
rumoreggiano impazziti, consci della fine. Poi i tre amici, terrorizzati, lo prendono di peso e lo trascinano via, fino all’utilitaria
di Patchwork parcheggiata in fondo al viale.
- Fa piacere vederla in piena forma. Il signor Bellings lo osserva benevolo, con un sorriso che sembra
allargarsi fino alle orecchie, gonfiando le gote già piene e arrossate. La pancia prominente, la barbetta incrostata di briciole e i
minuscoli occhiali da lettura fanno del direttore generale della
FogBank un tizio buffo, affabile, che ispira subito simpatia.
- Soprattutto dopo che negli ultimi tempi...- Abbassò lo sguardo,
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