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emergenza. Un minuto rimasto. Dal fondo del missile si aprirono i portelloni permettendo al vento turbinante di entrare, trovando impreparato il Falcoche rotolò al suolo. Imprecando pestilenza sforzò il corpo sanguinante ad alzarsi, poi aggrappato alla daga ancora piantata nel demone e nella consolle agganciò il cavo e il computer da polso si mise in moto. Dopo poco il computer smise di ronzare e il razzo si attivò. Venti secondi rimasti. Kraban strappò la daga dal corpo del deforme e cominciò ad avanzare a fatica verso i portelloni tra il vento fortissimo che lo schiacciava al suolo. I suoi sensi acutissimi lo avvertirono del pericolo dietro di lui ma il suo corpo, stanco e ferito, reagì lentamente e si trovò la frusta del Demone attorno alla gola. - Pensavi di avermi ucciso? - gli urlò nell’orecchio lo sgraziato e possente deforme - Adesso andremo incontro ai nostri nuovi padroni inginocchiandoci! Kraban sbiancò mentre il filo spinato penetrava nella carne sotto il mento. Aveva afferrato le mani del Demone bloccandole ma sapeva che sarebbe servito a poco, infatti il countdown terminò e il razzo partì verso l’incontro fatale a mezz’aria con il suo gemello. Non riuscì a girarsi verso il parabrezza ma sapeva che in pochi secondi sarebbe tutto finito. Allora, mentre l’astronave si staccava dalla rampa, provò l’ultima carta. Con uno sfoggiò di potenza nervosa diede una testata con la nuca al naso del Demone, la frusta perse per un attimo di tensione e Kraban ne approfittò. Messe entrambe le mani tra la gola e il ferro arrugginitoattivò la propulsione degli stivali e in un attimo lui e il Demone,ancora attaccato alla frusta come un cavaliere con le briglie strette in mano,schizzarono verso i portelloni di emergenza sul retro del razzo. Asara tra l’oscurità e il caos del vento scorse i due razzi par46