Quello, comunque, fu l’inverno più rigido che Jonathan avrebbe
mai ricordato. Dagmar, qualche mese dopo la tragedia, gli aveva
promesso di dare alla luce un altro figlio, ben cosciente, però,
che non è possibile sostituire un figlio con un altro. Tuttavia, nonostante le promesse, Dagmar non era più riuscita a restare incinta. Riconducendo la morte di Elke ad un segno degli dèi, che
le avevano concesso quella sola possibilità, da lei aveva gettata
al vento, si era rassegnata all’idea di trascorrere i suoi prossimi
inverni, soprattutto quelli della vecchiaia, probabilmente da sola,
visto che Jonathan era di dieci anni più grande di lei, e in totale
tristezza.
La notte della morte di Elke era stata anche l’ultima volta che Jonathan era andato a pescare. Leggendo un segno di sciagura in
quel pesce, si era convinto che tutti i pesci lo avrebbero danneggiato, per questo aveva aperto una bottega in cui offriva qualsiasi tipo di riparazione domestica (finestre, porte, tetti, caminetti
eccetera.). Il problema era la distanza notevole da casa sua alla
bottega e che quando l’inverno era rigido e la neve fioccava senza tregua per settimane, i cavalli rischiavano seriamente di morire di freddo durante il tragitto di ritorno, e se ciò fosse accaduto
sul serio anche lui ci avrebbe rimesso la pelle. Quando invece
faceva il pescatore questo non accadeva, perché erano i vicini ad
andare da Jonathan per chiedergli di vendergli i pesci. Ma dopo
l’incidente che aveva coinvolto la piccola Elke, i vicini, che a loro
volta avevano due bambini, si erano decisi a lasciare la periferia
del villaggio proprio per evitare che i marmocchi si abituassero a
fare giochi pericolosi sul ghiaccio.
Così l’inverno era sempre più rigido e gli affari non andavano per
niente bene. Per questo il primo giorno in cui la neve finalmente
cessò Jonathan disse a sua moglie:
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