SB Storie Bizzarre SB 23 | Page 27

samente mutilati l’uno dall’altro a seconda di ciò che dettava il riscoperto estro brutale dei singoli carnefici. Su una delle pareti più vicine a lei notò il sarcastico segno lasciato in eredità agli sfortunati invitati da sadici coreografi: l’immagine incorniciata, l’unica della casa, di un uomo dal volto scarno, con un sorriso abbozzato presidiato da piccoli baffi neri. Sotto l’immagine di quell’uomo, per lei sconosciuto, una didascalia incisa su una targhetta color oro dichiarava: Sir George Orwell (19031950). La posizione fetale assunta dalla ragazza ammutolita e distesa sul freddo pavimento della stanza non le avrebbe permesso di esaminare ulteriormente la macabra scena, ma grazie a quella sua nuova visuale (con la guancia poggiata in terra in attesa di percepire le vibrazioni dell’arrivo di chissà chi) poté scorgere un altro corpo non molto lontano da lei e di cui non si era accorta prima, nascosto dietro il divano sul quale giaceva il ragazzo con i polsi tagliati. Cercò e trovò la forza morale per rialzarsi, aveva a suo vantaggio un’energia fisica non ancora intaccata dai lunghi giorni di digiuno, e avvicinandosi al nuovo corpo avvistato si accorse con profonda gioia mista a stupore che si trattava di un’en tità ancora in vita. Era una giovane donna, profondamente debilitata e con uno sguardo perso nel vuoto, ma viva! Il flebile movimento della cassa toracica durante i rallentati atti respiratori e l’impercettibile tremolio delle labbra disidratate, come se stesse pregando a bassa voce, erano i provvidenziali e miracolosi segnali di una vita ancora presente. La fiamma dell’esistenza stava per abbandonare quella donna, forse perché già sazia d’angoscia o non abbastanza disperata da staccare brandelli di carne da uno dei cadaveri. Stava morendo e la nuova arrivata avrebbe fatto di tutto per tenerla in vita un altro minuto ancora: 27