SB Storie Bizzarre SB 23 | Page 21

aforismi di un notissimo artista americano di cui lei non ricordava mai il nome, forse perché troppo complicato da pronunciare o forse perché non gliene importava granché di saperlo, quello appassionato di bottiglie, scatole di cibo e di altre diavolerie che spacciava per arte e che si divertì a dipingere il ritratto multicolore della defunta Marilyn Monroe. Ma perché questi ricordi? Cosa le veniva in mente durante un momento così brutto? Stava impazzendo? O era un tentativo di spiegazione progettato dal suo inconscio? Doveva reagire: la realtà incombeva. Spinta da un impeto risolutivo, più che altro dettato dalla disperazione, si avvicinò all’unico e ovvio punto d’uscita offerto da una veloce esplorazione visiva della stanza: la porta. Sarà sicuramente sbarrata, pensò troppo realisticamente, dal momento che aveva già cominciato ad accettare il suo nuovo ruolo di prigi oniera. Appoggiando la mano sulla maniglia e piegandola lentamente ma con forza, invece constatò la cosa più improbabile che le potesse passare nella mente durante quei minuti di terrore: la porta si apriva e non era affatto chiusa a chiave. Colta da una zaffata di improvviso ottimismo, rimase ulteriormente sorpresa dall’immensa luce che la travolse, quasi accecandola, proveniente da quello che sembrava a tutti gli effetti un corridoio. Bianco, lucidissimo, illuminato a giorno da potenti neon, il corridoio sembrava non avere nulla a che fare con la cupa stamberga in cui s’era risvegliata. Il presunto maniaco si era inspiegabilmente distratto lasciando la porta aperta oppure quel corridoio apparteneva a uno sconosciuto e moderno studio televisivo e lei era soltanto la vittima traumatizzata di una delle più feroci candid camera della storia 21