SB Storie Bizzarre SB 23 | Page 20

te a edifici e uffici importanti, per sorvegliare il traffico umano e veicolare. Accanto all’occhio, all’obiettivo, una piccola luce rossa accesa ne denunciava l’attività in tempo reale. Qualcuno la stava osservando. - Aiuto, c’è nessuno? Per carità, rispondete…! - si lasciò sfuggire, inghiottendo l’impulso di piangere, quella richiesta liberatoria di soccorso, guardando l’obiettivo della telecamera come il devoto in chiesa osserva attentamente gli occhi del santo preferito in attesa di segni. Niente da fare: solo un quasi impercettibile spostamento della telecamera per meglio centrare il volto della ragazza rigato dalle lacrime che non aveva saputo più trattenere. E il morbido movimento della meccanica interna all’obiettivo quale prova di una zoomata in atto: non era la semplice registrazione di un sistema televisivo a circuito chiuso. Esisteva una mente esigente dietro quella continua ricerca dell’immagine perfetta: spostare, zoomare, centrare, cercare, inquadrare, inseguire… Un occhio insaziabile e silenzioso colmava, paradossalmente e tragicamente, il bisogno ricercato di notorietà da parte della ragazza. In futuro ognuno avrà i suoi quindici minuti di celebrità, ricordò improvvisamente quella frase citata da un suo amico studioso di arte e di comunicazione, tempo addietro, durante una di quelle cene mondane con sedicenti produttori e amici di registi, dove ci si incontra con altre decine di persone fintamente rilassate ma interiormente agguerrite perché insoddisfatte, ognuna alla ricerca di qualcosa, ognuna con il proprio bagaglio di saggezza o di stupidità, di bellezza, di comicità da mettere in mostra nella speranza di essere notati da qualche talent scout di passaggio. Una citazione, più che una frase, che l’amico intellettuale, ormai già alla sesta coppa di champagne, aveva preso in prestito dal paniere di 20