palpebre, quando aveva ancora la testa girata verso la parete non
illuminata della stanza: un fascio di luce elettrica puntata nella
sua direzione, proveniente da uno degli angoli della stanza, le
permise di confermare la completa assenza di finestre o balconi.
- In quale buco infernale sono capitata? È notte o è giorno? Per
quanto tempo ho dormito? - si domandò la ragazza cercando di
compiere su se stessa una prima opera di razionalizzazione allo
scopo di trovare un motivo rincuorante, capace di darle l’energia
necessaria a sollevare il corpo dal materasso mentre ancora indugiava con gli occhi tra il soffitto e la luce.
Lo fece e nonostante il giramento di testa che accompagnò l’azione, pur non avendo altri elementi a disposizione, ebbe la sensazione quasi immediata di non trovarsi in un luogo amichevole.
Il materasso su cui giaceva, lercio e gettato a caso in un p V